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Carlo - sette anni - convince i genitori ad accompagnarlo al
museo. Ha scoperto il suo spazio ideale. Anche Lucia - nove - indica la stessa
destinazione quando il nonno le chiede dove voglia trascorrere il pomeriggio.
Gennaro - dieci - preferisce il laboratorio di scienze allo zoo. E Giorgia -
sei - piange perché il papà cerca l’uscita dopo una mattinata passata tra padiglioni
ed esposizioni.
Roma, via Flaminia. La zona tra Villa Borghese e Piazza del
Popolo è trafficata di sorrisi e di sguardi indagatori, piccoli e curiosi.
Qualcuno, dal suo metro scarso di altezza, strizza l’occhio al compagno. Sembra
soddisfatto del risultato ottenuto dopo una settimana di capricci. E non vede
l’ora di mettere piede nella struttura. Qualcun altro tiene per mano il
cuginetto, pronto a fare da Cicerone tra sale e giardinetti che già conosce.
Dal 2001 la capitale ospita «Explora», il primo «Children’s
museum» privato non profit italiano. A gestirlo è una cooperativa a maggioranza
femminile, che si autofinanzia con bandi europei e nazionali e con il biglietto
di ingresso, del costo di 8 euro. La novità sta anche nella location, un’area
comunale di ottomila metri quadrati abbandonata e in precedenza adibita ad ex deposito
tramviario. Lo spazio, dato in concessione al «Museo dei bambini» dal
Comune di Roma, è stato riqualificato grazie al sostegno di aziende private e
di enti pubblici. I quasi quattro milioni di euro raccolti sono diventati padiglioni
espositivi, area verde attrezzata con giochi, cucina per i laboratori di educazione
alimentare, libreria, shop, bar, ristorante e parcheggio per i visitatori.
Un atto di generosità adulta nei confronti dei più piccoli, alla
ricerca costante di opportunità di gioco e di sperimentazione diretta,
soprattutto nei campi della scienza e dell’ambiente. La struttura, infatti,
ospita laboratori su pesi e misure, Pfu
(Pneumatici fuori uso), bionica, ortaggi, acqua, fuoco, riciclo ed economia,
oltre a letture animate. Possono prendervi parte i bambini a partire dai tre
anni.
Il progetto prevede, per il futuro, ulteriori elementi di
novità. All’ingresso, una parete mutante, come le piante al trascorrere delle
stagioni, esempio di architettura bioclimatica. Nello spazio esterno, orti didattici, giardini verticali, un anfiteatro integrato con il verde circostante.
Modi semplici e alternativi per avvicinare l’infanzia alla cultura del rispetto e della condivisione. Ora, tra colate e colate di cemento grigio, i bambini possono trovare una cittadella giovane e colorata tutta per loro.
Si ringrazia «Explora» per le immagini.
Colonna sonora: Povia, Quando i bambini fanno ooh!
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