lunedì 17 agosto 2015

Irlanda, a Bray tra mare e zenzero


di Anna Maria Colonna
terrenomadi@gmail.com

Grappoli di nuvole contornano montagne dalle vette imbiancate. 16 agosto. Le nuvole viste dall'alto hanno tutt'altro sapore, soprattutto se ci voli sopra. Non so dove siamo, è tardo pomeriggio e il sole si affaccia su un paesaggio di vette e paesini. Forse Francia. O Svizzera.

Il volo Dublino-Roma Fiumicino gioca con i silenzi dei viaggi che finiscono. Ricordi, emozioni, incontri sono tutti nella stiva, insieme ai bagagli.

Quindici giorni. Tanti, pochi... volano. È proprio quando i luoghi cominciano a diventare familiari che devi lasciarli per tornare. Peccato, ti dici, mi sentivo già a casa. Succede quando vivi le esperienze fino in fondo. Nel profondo. Trattieni i minuti per non farli passare, perchè stai bene. Ma il tempo passa lo stesso e arriva il momento dei saluti.

I viaggi sono fatti di passi e di passeggiate, di parole dette, ma anche di quelle non dette e solamente pensate. Un posto lo vivi se lo scopri calandoti in tradizioni e culture differenti. Lo vivi se, da nomade in ricerca, parli con la sua gente, ne assaggi i piatti tipici, ti nutri di una quotidianità nuova. Punti di vista.

Associo Bray, a un'ora di treno da Dublino, al profumo dello zenzero. Da quando sono arrivata in Irlanda, il 2 agosto, non c'è stato giorno in cui non abbia mangiato almeno un biscotto con questo sapore.

E la croce sul promontorio, raggiunta a piedi in uno dei rari pomeriggi senza pioggia. Il vento, il mare e una linea sottile che solca l'orizzonte. Si vede l'infinito da lassù, con 15 gradi in piena estate, un piumone color sabbia sul letto e la tisana bollente già pronta per la sera.

Il centro, con i suoi pub e i negozietti per lo shopping, è distante circa venti minuti a piedi dall'ATC Language, la scuola di inglese che ho frequentato a Bray per quindici giorni. C'è il mondo qui: giapponesi, brasiliani, messicani, spagnoli, francesi, italiani, russi. Si stringono amicizie importanti perché lezioni, escursioni, uscite, birre vengono tutte condivise. Si organizza insieme e ci si racconta quotidianamente.

E c'è la serata crepes, la spaghettata, la notte sui ciottoli in riva al mare per tentare di vedere anche solo una stella che cade. E la luce del giorno alle 10 di sera, e le pinte di Guinness all'Hibernia con il brindisi in spagnolo... e la musica irlandese che diventa italiana quando gli artisti suonano Volare di Domenico Modugno.

Bray, per me, è stato tutto questo. A Bray, ogni mattina, prima della lezione di inglese, puoi passeggiare sulla riva e raccogliere i pensieri. Puoi fermarti al supermercato per scoprire che quattro panini ai cereali costano dodici centesimi. Puoi lasciare libri e prenderli gratuitamente perchè qualcuno ha messo all'ingresso della sua abitazione una minilibreria in legno. E puoi anche mangiare cibo indiano a lume di candela o coccolare la gola con un piatto pieno di fish and chips. Puoi addolcire la giornata con l'apple pie o con un cookie gigante.

In Irlanda tutto parla e tutto lascia senza parole... anche l'irish coffee o il Bayles coffee servito con panna e cioccolato. O l'insalata con quinoa e avocado che preparano al Platform. Poco lo spazio di una pagina virtuale per farci entrare l'anima che ogni viaggio fa rinascere.

Perché, forse, la vera essenza di ogni cammino sta nel viverlo camminando.


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