sabato 1 agosto 2015

Puglia, in sessanta a piedi al chiaro di luna



di Anna Maria Colonna


Le voci, poi il silenzio. È quasi l’alba quando ci addormentiamo all’ombra dei trulli di Sant’Angelo, a Santeramo (Ba), nel cuore del Parco nazionale dell’Alta Murgia. Sotto il cielo, nelle tende illuminate dalla luna piena. «Mi piace pensare che la luna sia lì, anche se io non guardo», scriveva Albert Einstein. È bello pensarlo mentre le ultime parole cadono insieme alla musica che viene dal paese.


La luna sta lì, ferma. Instancabile. Si vede e colora di trasparenze le contrade solitarie della Murgia barese. Blu, anche se ha il colore della luce e del grano. Blu perché il buio sa di fresco e perché per la seconda volta in un mese mostra il suo volto per intero. Rarità. Spettacolo gratuito della natura, generosa distributrice di bellezza.


La luna fa da bussola durante l’escursione notturna verso la grotta carsica di Sant’Angelo, a quattro chilometri da Santeramo, sulla strada per Altamura. Un gruppo di sessanta persone guidato da Irene percorre cinque chilometri a piedi, vagando tra corridoi e sentieri di pietra e di terra. Età varie, provenienze diverse. 


A tratti il profumo del timo e del finocchietto selvatico solleticano le narici e indicano la strada. La marcia sembra decisa, spedita. Il caldo intenso del pomeriggio cede il posto alle stelle, coperte da un manto luminoso e sfumato. Camminare è un po’ raccontare i pensieri tacendo. Ad ogni passo, l’inchiostro raccoglie e dice. La fotografia rapisce e mostra. Lo sguardo va oltre, coglie e conserva.


L’arrivo a Sant’Angelo viene accolto dal profumo buono della carne arrosto. Pane e pignata fanno il resto. Nella nuda semplicità del paesaggio, la vegetazione ingiallita dal caldo diventa il tappeto su cui tutti siedono. Sullo sfondo, i due trulli sembrano farsi compagnia, abbracciati da secoli. 


La serata, intitolata «Archeomoon», è stata organizzata dall’archeoclub «Don Ignazio Fraccalvieri» di Santeramo in Colle, guidato dal 36enne Antonio Laselva, medico, speleologo e appassionato cultore di archeologia. Insieme a Ilaria e al suo gruppo, si batte da anni per la tutela e valorizzazione del complesso di Sant’Angelo, masseria abbandonata che nasconde una chiesa risalente al XII secolo e menzionata per la prima volta in un documento del 1136.


Da tale edificio, tra l’altro, attraverso un’apertura e una ripida rampa, si può accedere ad un ipogeo dedicato all’antico culto di san Michele, motore di numerosi pellegrinaggi. Qui l’acqua scava e crea da secoli, giocando con il calcare della roccia. Resti di affreschi, di graffiti - croci, stelle a cinque punte, esagoni, una nave - e di iscrizioni latine e greche costellano le pareti della grotta. 


I dipinti medievali, frammentari e fortemente danneggiati dal tempo e dall’incuria, mostrano la discesa dello Spirito Santo, un Cristo pantocratore affiancato dagli apostoli, san Michele e una Vergine con bambino. Lo zampino dei vandali non passa inosservato. 


Durante la serata, sulle pareti esterne del complesso rurale è stato proiettato un video sul progetto «Sant'Angelo» e sul restauro virtuale degli affreschi della grotta-santuario. I lavori sono alla fase iniziale. Da alcuni giorni si sta procedendo alla rimozione del detrito di massi e terra che ostruisce parte della cavità. L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione tra Archeoclub di Santeramo - che ha ottenuto un finanziamento dal Consiglio dei ministri, dipartimento della Gioventù, - e la Soprintendenza ai beni archeologici della Puglia, con un progetto di intervento finanziato dal Ministero dei beni culturali, su richiesta dell'Amministrazione comunale.


Dopo il dolce, molti vanno via, qualcuno resta. Lo scenario è magico, l’atmosfera pure. Passo breve dalla notte al giorno. Le prime luci del sole fanno da sveglia a chi ha dormito poco, ma bene. Colazione con more, anguria e caffè ghiacciato prima degli ultimi saluti.


Conoscere resta da sempre il presupposto per valorizzare e tutelare. In fondo, è conoscendo che si amano luoghi, persone, storie ed esperienze. 


Colonna sonora: Glenn Miller, Moonlight serenade


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