Colonna sonora: Ludovico Einaudi, A fuoco
Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l'uomo deve poter viaggiare (Tarkovskij).
mercoledì 20 marzo 2013
La fanova, viaggio inconsueto tra sacro e profano
di Rosaria Campanale
Questo racconto molto particolare non si svolge in un
luogo, ma all’interno di antiche tradizioni che ho vissuto da
bambina e che, con il tempo, si sono perse. Viaggio attraverso le emozioni ancora presenti
nella memoria. Parlo della fanova, il falò che si accende in occasione
della festa di San Giuseppe. La fanova, secondo la tradizione cattolica, ricorda il fuoco che San Giuseppe mise nel suo
mantello per riscaldare Gesù.
Si abbina, però, anche ad un rito pagano e propiziatorio
secondo il quale, bruciando i rami potati, ha fine l'inverno e comincia il rinnovamento della vita vegetale, la primavera. Augurio ed auspicio per il raccolto dei campi. Bisognerebbe
assistere ad un falò. Magari partecipare al suo allestimento e farsi catturare
dalla magia del fuoco. Osservare le fiamme che guizzano in svariate sfumature
di colori, nella gamma cromatica del giallo e del rosso, contorcendosi,
incrociandosi, mescolandosi, ogni tanto
inframmezzate da lingue violacee e
azzurrine, a volte verdastre, che
svolazzano qua e là. E se si è catturati dalla magia, considerare il vento che
trasforma il fumo in personaggi e in animali immaginari. Osservare le
scintille che si propagano nell’aria e si disperdono ovunque, scoppiettando. Il
falò mette allegria, dà calore e spinge anche i ragazzi più timorosi ad
avvicinarsi alle fiamme, sfidando il pericolo. Tossiscono vistosamente
inalando il fumo, ma si avvicinano lo stesso, attratti dalle volute contorte e
altissime delle fiamme. Prendono tizzoni ardenti che sprigionano scintille e si rincorrono per
gioco in una danza fatta di sfida. In un duello che è solo gioco scherzoso.
Il fuoco, mai identico a se stesso, regala un’emozione unica. Il fuoco
vibra, sembra parlare un linguaggio tutto suo, ancestrale e atavico, come se pulsasse di vita. Nella vita. Anche quei tizzoni che bruciano,
incendiandosi, sembrano pulsare sviluppando fiamme rossastre e modulari, guizzi
improvvisi e pericolosi, eppure attraenti come calamite. La magia del fuoco che
ammalia e brucia non ci parla di devastazione e fine di ogni cosa in cenere,
bensì di vita che si rinnova, di umori vegetali che, bruciando, diventano vita nuova e più feconda. Del potere della rinascita dalle
ceneri. Di qualcosa di impalpabile, eppure vitale.
Colonna sonora: Ludovico Einaudi, A fuoco
Colonna sonora: Ludovico Einaudi, A fuoco
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