lunedì 19 gennaio 2015

Tra Tabiano e Fidenza, incanti di neve

di Anna Maria Colonna 
terrenomadi@gmail.com 


Paesaggi di cristallo, dove la neve è luce e il silenzio voce. Sui sentieri la coltre bianca sembra addormentata da secoli. Veste gli alberi con tocchi di leggerezza, si assopisce sui filari delle viti per cullare l’aria che ha freddo. Inverno in Emilia Romagna, tra Tabiano Terme e Fidenza. Dal cielo cade ovatta e dai campi fuggono i colori. Tutto ha un’unica sfumatura, ed è chiara, cristallina.

In lontananza la neve appare intatta. Non ci sono tracce di presenza umana né solchi lasciati dalle automobili. Gruzzoli di case sparse, alcune rugate dagli anni, incorniciano nuvole e guizzi di sole.

Passeggiando tra Tabiano e Fidenza, lo sguardo cade su immense distese di natura. I tabianesi abitano in una valle del preappennino parmense, a pochi chilometri dai castelli del ducato di Parma e Piacenza. 

Anche Tabiano ha un castello, ma di proprietà privata. Centro termale e frazione di Salsomaggiore Terme, non dista molto dal «mondo piccolo» di Giovannino Guareschi, padre di don Camillo e Peppone. Sono i luoghi «sperduti in mezzo ai filari» in cui lo scrittore nacque e visse, tra Roccabianca e Roncole.

Seguendo il corso del torrente Stirone, si raggiunge Fidenza, bagnata a est dal torrente Rovecchia. La città è attraversata dalla via Francigena, dichiarata nel 1994 itinerario culturale europeo dal Consiglio d’Europa. Da Canterbury a Roma, fu percorsa, a partire dal medioevo, da migliaia di pellegrini, mercanti, soldati, monarchi. La strada tagliava lo spazio che oggi occupa la Cattedrale, costruita tra XII e XIII secolo e dedicata a San Donnino, nome che in passato aveva il borgo.

Fidenza, toponimo derivante dal latino fides, è la città della fiducia e dei miracoli, ricordati anche dai bassorilievi presenti nella Cattedrale. Nel centro storico, i quartieri di Cittadella, Foro Boario, Oriola, San Michele e Terragli di San Pietro non si riconoscono più sotto la neve. 

Tutto è muto, eppure tutto parla. Il bianco preferisce la poesia alla prosa. La scrive nel cielo, tra gli intrighi degli alberi. 

Le immagini sono di Marco Cavallini.

 




Colonna sonora: Yiruma, Moonlight


 



















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