Il balcone della casa di Giulietta (Wikipedia) |
Qualcuno mi ha insegnato a credere nelle belle storie.
Quelle che si concludono a lieto fine, nonostante oggi il mondo parli il
linguaggio dei grigi e dei neri. Da una bella storia può nascere la curiosità
di andare oltre, di cercare sfumature diverse. Anch’io mesi fa ho scritto la
mia lettera a Giulietta. Credevo fosse soltanto la trama di un film, invece la
risposta è arrivata. Come migliaia di altre risposte, che viaggiano in cerca
del proprio destinatario. Le parole attraversano spazi per incrociarsi con una
vicenda che cavalca il tempo. Sempre attuale, sin da quando Shakespeare le ha
dato vita.
Esiste a Verona un gruppo di volontari che risponde a
lettere spedite da ogni angolo di mondo. Nella città in cui si sarebbe
consumata la tragedia di Romeo e Giulietta, chi piange per amore può trovare
bagliori di speranza. I messaggi arrivano a migliaia, sia attraverso il web che
le cassette postali. Alcuni parlano di dolori senza vie d’uscita, altri
chiedono consigli o semplici suggerimenti. Le segretarie di Giulietta leggono e
rispondono. Ma vanno oltre le righe, dentro le storie. Per comprendere il ruolo
fondamentale che i volontari ricoprono, basti pensare all’importanza di una
semplice parola detta a chi è solo e confuso. Le lettere arrivano a destinazione. E ad
ognuna è affidata una risposta specifica. Personale. Gratuita.
La scoperta dell’esistenza del Club di Giulietta (http://www.julietclub.com/it/) è avvenuta
per caso, dopo la visione del film di Gary Winick “Letters to Juliet”. Tratto
dall’omonimo romanzo di Lise e Ceil Friedman, si ispira al fenomeno delle
lettere indirizzate all’eroina shakespeariana e ne riporta alcune.
Corrispondenze che parlano di amori cercati e mai più trovati, inseguiti o rincontrati
a distanza di anni, di ricongiungimenti familiari. Sembra che tutto sia
iniziato nel 1937, con l’arrivo della prima lettera indirizzata a “Giulietta,
Verona”. A ricevere la missiva fu Ettore Solimani, custode della tomba di
Giulietta, collocata quell’anno nella cripta di San Francesco al Corso.
Solimani rispose. Da allora la corrispondenza fra Verona ed il resto del mondo
non si è più fermata. L’eredità passò al giornalista e poeta veronese Gino
Beltramini, poi al Club.
Insieme alle lettere, scritte nelle lingue più disparate, le
segretarie di Giulietta ricevono ogni giorno speranze e lacrime di uomini e
donne. Le parole possono avere l’effetto magico di creare ponti fra persone e
luoghi distanti. Spesso rappresentano un’ancora di salvezza. Sono riuscite a
trascinare fuori dalle mura domestiche chi non aveva più voglia di vivere per una
ferita d’amore. Belle storie. Quelle che si concludono a lieto fine a dispetto
dei toni scuri di cui è colorato il mondo. Che viaggiano tacitamente nel tempo
e nello spazio. In punta di piedi. La risposta arriva sempre. E anche l’invito
a rimanere in contatto con Giulietta. Provare per credere.
Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it
A breve, la seconda parte dell'articolo con la testimonianza di una delle segretarie di Giulietta.
A breve, la seconda parte dell'articolo con la testimonianza di una delle segretarie di Giulietta.
Segue il trailer del film di Gary Winick, “Letters to Juliet”.
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