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Spello (Pg), il convento di Vallegloria |
Stava per concludersi una giornata di intenso lavoro. Ci attardammo nel piccolo atrio del convento in attesa di consumare la cena che,
con tanta cura, le suore avevano preparato. Alle 20 circa del giorno del nostro
arrivo a Spello (Pg), fummo invitati ad accomodarci nel parlatorio del
monastero, dove era stata imbandita una bella tavola. Attraverso la «ruota», ci
servirono piatti di lasagne, coniglio al forno con patate e frutta. In un
silenzio surreale - forse l’unico della nostra vita lontano dai clamori degli
schermi televisivi - consumammo la cena. In tempi rapidi,
per rispettare gli orari della clausura, ci congedammo, dandoci appuntamento al
mattino seguente per i saluti. Poi partimmo per Foligno (Pg), dove c’era l’albergo
in cui avremmo trascorso la notte. Perché siamo andati a Spello? Perché ad Altamura (Ba), la
città in cui viviamo, il Consiglio comunale aveva autorizzato l’invio di aiuti
verso un paese umbro terremotato che ospitasse, però, altamurani. E a Spello,
nel monastero di Vallegloria, c’erano sette suore della nostra città. All’indomani, tornati al convento per il commiato, abbiamo
vissuto momenti di grandissima emozione, poiché le suore, mancando da tempo
da Altamura, cercavano di recuperare da noi quante più notizie possibili sui loro parenti. Ci salutammo con qualche lacrima, ma con la
consapevolezza che avevamo compiuto un piccolo, grande gesto di sincera
solidarietà.
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Spello (Pg) |
In occasione del terremoto del 1997, feci tre viaggi a
Spello ed il mio congedo dalle suore di Vallegloria si accompagnava sempre con
un omaggio che custodivo gelosamente per tutto il viaggio di ritorno: il primo
oggetto che mi fu donato era un bellissimo crocifisso di San Damiano. Non
esitai, viste anche le dimensioni, a donarlo al cappellano dell’ospedale di
Altamura. Crocifisso ancora oggi dominante il corridoio che collega il vecchio
al nuovo ospedale, nelle vicinanze degli ambulatori di cardiologia. Ho voluto
così manifestare la partecipazione di tutta la città a quella missione, ma, in
particolare, la vicinanza del mio mondo di lavoro.
La conoscenza delle clarisse, le loro storie, il loro vivere
hanno tracciato in tutti noi, presenti all’appello di quella esperienza, un
solco di umana partecipazione. Durante il viaggio di rientro, pensavamo alla
povertà, alla semplicità, all’amore che trapelava dai loro volti sorridenti e
all’umile modo di vivere. Tornai ancora a Spello dopo circa un mese dal primo viaggio,
ma, questa volta, con finalità diverse. Lasciai il silenzioso misticismo di
Vallegloria e mi orientai verso la realtà cittadina, con altri aiuti ed
esperienze.
Continua nel prossimo reportage...
Antonio Lorusso
Le fotografie dell'autore
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Spello (Pg) |
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