Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l'uomo deve poter viaggiare (Tarkovskij).
mercoledì 10 luglio 2013
Sfida all'assaggio del pane di Altamura... in tutte le salse
Il profumo di crosta fragrante coccolata dalla pietra di fuoco inebria l'aria di piazza Castello. E i piatti fumosi fanno gola, intingendo i pensieri nel gusto. In questo tardo pomeriggio di luglio, la curiosità è gemella dei sapori. Altamura (Ba) sa di grano. Indossa vesti dorate dal sole. Tre gradini bastano per salire sul treno delle specialità locali, affollato di passeggeri pronti alla piacevole sfida all'assaggio. Ci sono genuinità per ogni palato.
A ridosso del centro storico si festeggia il pane, che rende onore alla cittadina murgiana in tutto il mondo. Dal 2003 il marchio Dop lo tutela dalle imitazioni, testimoniando la sua origine pugliese. Fa bella mostra di sé negli stand, sposandosi con il rosso intenso dei pomodori tagliati a pezzetti. Maestria delle tradizioni che parlano della storia di un territorio silenzioso, cullato dalle braccia della Murgia solitaria.
Il «cappello d'oro» è il protagonista indiscusso della festa organizzata da Altamura Eventi, Confcommercio e Assipan. Una pagnotta in miniatura attira la curiosità dei passanti, mentre il bouquet di peperoncini sistemato sul tavolo arrossisce al saluto allegro dei passanti. U sckuanète - questo il nome del pane nel dialetto altamuranoper indicare la sua forma«accavallata» e alta - è fatto di rimacinato di semola di
grano duro, che si ricava dalle varietà locali di grano appulo, arcangelo, duilio e simeto. L'altra forma, più bassa, è a cappidde de prèvete, «a cappello di prete». Il segreto della bontà del pane di Altamura sta nella cottura sulla pietra rovente dei vecchi forni e nell'antico sistema di lavorazione, che prevede l'uso di lievito
madre o pasta acida, sale marino e acqua.
I bambini non si lasciano sfuggire le pancoccole, piccolissime pagnotte di cioccolato che decorano il banchetto delle dolcezze. Tirano per la maglia i genitori, che affollano il «lato focaccia» chiazzata di pomodori e di olive. Altra attrattiva della serata. E della città. Tra il chiaroscuro delle immagini che ripercorrono i vari momenti della trebbiatura e le tele vive di Giuseppe Dilena. Pochi passi e prevale il bianco intenso dei latticini. Gli sguardi attenti rovistano tra provoloni, trecce e scamorze.
Irresistibili gnocchetti di pane, pomodoro e rucola parlano il linguaggio dei sapori pugliesi, fatto di colori e di profumi secolari. Il pane di Altamura, prodotto ricercato dai turisti di ogni nazionalità, festeggia il suo valore. Inseparabile dal valore del territorio. A pochi passi da piazza Castello, sullo sfondo, la Cattedrale federiciana. Un altro prezioso assaggio, ma questa volta di pietra e di storia.
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