Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l'uomo deve poter viaggiare (Tarkovskij).
L'acqua tesse trame liquide tra i palazzi, mentre i gondolieri fanno della loro casa salmastra il battello privilegiato della curiosità. Si salutano per soprannome. Moviola, Maseneta, Cheba vogano in piedi con un solo remo. La calma e l'eleganza dei loro gesti contrasta con i colori accesi delle magliette a righe. Sembrano quadretti in movimento.
Gli occhi scuri e lucidi di un gruppo di donne velate ammirano il paesaggio nel dondolio leggero di una gondola. Ninna nanna d'acqua. Venezia colpisce. Venezia scolpisce. Ogni rivolo marino è un sentiero tra ristorantini, bancarelle, finestre e balconi affacciati sul tempo. A piedi nudi, mi appoggio sul bagnasciuga in cemento di una piazzetta. C'è la Regata e bisogna trovare il posto giusto per godersi il corteo storico. Luca ci aiuta... è veneziano e conosce tutti gli angoli della città.
Nella tranquillità del primo pomeriggio, bevo un caffé con Lara mentre guardiamo le foto scattate in mattinata. Verona-Venezia andata e ritorno. Il tempo per raccontarsi ha la durata di un viaggio. Giriamo nel ghetto ebraico, assaporando i gustosi dolcetti nati nelle segrete di un forno del quartiere. Sembra di camminare nel museo all'aperto allestito quotidianamente dalla comunità ebraica di questo sestiere. Il sole, intanto, non resiste all'acqua e si immerge per riportare in cielo un po' di freschezza marina. I contorni delle case appaiono labili e assumono forme diverse al tocco leggero di una foglia caduta nel Canal Grande. Gli scorci nascosti della Venezia meno battuta sono tutti per noi.
Un inchino di benvenuto apre le danze della rievocazione storica, che precede la gara del remo. Non riusciamo a seguire la competizione sportiva, incantati dai colori dei costumi d'epoca, che stillano saluti dalle imbarcazioni. Ricordano l'arrivo a Venezia della regina di Cipro, Caterina Cornaro, nel 1489, dopo la rinuncia al trono in favore della città lagunare. Il corteo parte dal bacino di San Marco e arriva al ponte della Costituzione. Le bissone sfilano lasciando alle spalle solchi d'acqua nelle mani semichiuse degli applausi.
Le gare di voga si svolgono in un'altra zona del canale. Ma il tempo stringe e il treno per Verona sta per partire. Dobbiamo andare, ma non prima di aver gustato un gelato allo zenzero. È il nostro arrivederci dolce e speziato a Venezia. La promessa di un ritorno sicuro.
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