martedì 25 dicembre 2012

Viaggio e coraggio, gli auguri di «Terre Nomadi»


Viaggio e coraggio. Con queste parole, «Terre Nomadi» augura ai suoi lettori un Natale intinto nei colori della gioia e un 2013 ricco di sorprese inattese, ma sempre gradite. 

Viaggio perché anche gli itinerari più brevi conducono altrove. Ogni cammino fa crescere, cambia, modifica ciò che siamo, trasformandoci in quello che saremo. Coraggio perché spesso, quando si percorrono strade lunghe, i bivi e gli incroci non mancano. Allora bisogna fermarsi, scegliere, decidere. Poi ripartire. La fermata è - e deve rimanere - una sosta. 

Il blog riprenderà ad essere aggiornato il 7 gennaio.

Anna Maria Colonna


sabato 22 dicembre 2012

La seduzione dell'altrove

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it

 
Andare e tornare. Un gioco di parole racchiuso in gomitoli di strade. Si contano migliaia di partenze senza ritorni. E ritorni che diventano nuove partenze. Non è facile mischiare le lettere e creare sulla carta itinerari inesplorati. Chi ha il cuore nomade, non può costruire la propria casa in un unico luogo. Si ferma per riprendere fiato. Poi torna a camminare, inseguendo quell’inquietudine che spinge l’uomo alla ricerca. Sempre.

Dacia Maraini aveva un anno quando lasciò Fiesole e si imbarcò con la sua famiglia per il Giappone. A tre andava su e giù fra Sapporo e Kyoto. «E poi - scrive - ho sempre continuato, da un Paese all’altro, da una città all’altra, con la cocciutaggine un poco distratta di chi conosce il sapore aspro ed inconfondibile del nomadismo».

La sua penna traccia itinerari. Parole che si rincorrono fra opere teatrali, romanzi, poesie, racconti. Un nomadismo che coinvolge la scrittura stessa. Sedotta dall’altrove, Dacia Maraini non ha mai smesso di amare il viaggio, inseparabile compagno d’infanzia. La scrittrice, come ogni viaggiatore, «non ha una vera casa e se ce l’ha, in cuor suo, l’ha già persa da tempo». Dal Giappone alla Sicilia. Poi il ritorno a Fiesole. La partenza per Roma.

Dacia Maraini tratteggia affascinanti itinerari attraverso racconti e articoli raccolti in un libro, «La seduzione dell’altrove». Pagine che rapiscono il lettore per condurlo nell’Africa nera delle savane, nelle baraccopoli avvolte dai fumi della diossina, in Europa, in Oriente, passando dagli Stati Uniti e dalle città del Sudamerica.

Colpisce non solo la descrizione dei luoghi, ma anche il confronto fra culture e tradizioni differenti. Guidata dalla libertà e dalla ragione, Dacia Maraini non ha mai smesso di porsi domande. Un viaggio può cambiare chi lo compie? A volte la nostalgia del ritorno prende il sopravvento e costringe ad andare «con o senza valigia». Anche se «i sapori del ritorno non sono gli stessi dei cibi che si mangiano ogni giorno e che si riconoscono ad occhi chiusi».

giovedì 13 dicembre 2012

L'Abruzzo innamora... lettera di un lettore a Terre Nomadi

Carissima,

ho ricevuto da Luigi Viscanti, amico d’infanzia, le tue avventure nelle città e nei luoghi dell’Abruzzo, dove c'è una parte di me in quanto ho trascorso l’adolescenza e la fanciullezza nel collegio di Alanno (vicino Scafa, che conosci) per frequentare la scuola superiore. Lo so, avrei dovuto scriverti prima, e tuttora non riesco a spiegarmi perché questo appuntamento sia stato rimandato. Comunque oggi ce l’ho fatta. Sarà stata l’abbagliante luce che riflette la neve delle tue fotografie, riviste ancora una volta, o la terra d’Abruzzo che meglio riflette i miei ricordi antichi, a farmi decidere di inviarti pensieri di ammirazione e di gratitudine per le bellissime immagini scattate sotto quel “cielo”. Immagini che portano il cuore e la mente a riempirsi delle bellezze della natura. 

Conosco molto bene l’Abruzzo perché l’ho sempre visitato da quando lasciai il collegio. Ogni anno incontro i tanti compagni di scuola e amici di convitto sparsi un po’ ovunque. Nei primi giorni del mese di ottobre sono stato a Pianella, poi a Manoppello, e poi, ancora, a Tocco da Casauria, Popoli e Penne. A proposito, ti mando alcune foto scattate da un amico di Avezzano nei giorni di febbraio di quest'anno in seguito alla grande nevicata. Penso, inoltre, di far cosa gradita inviandoti anche uno scritto che anni fa ho dedicato a questa regione. Ti saluto e ti ringrazio per i viaggi che mi fai fare, senza lasciare casa, sugli scenari delle tue fotografie e accanto alle tue note, calde di vita.  

Nicola Carrabba

Avezzano, neve febbraio 2012
Una terra dove le geografie variano continuamente e, nel saliscendi da mari a monti, seguendo il corso naturale dei fiumi e i contorni dei laghi, lo sguardo non ha riposo, ed è sempre impegnato a fotografare infinite scene irripetibili e indescrivibili. Le molteplici visioni si inseguono a perdifiato, si fanno e si disfano, disorientano e inebriano, e non sai mai quali fissare nella memoria degli occhi. Si entra così in un viaggio fatto di paesaggi affascinanti, circonfusi di una luce multicolore, come in un caleidoscopio che dona uno spettacolo degli scenari che, mese dopo mese, cambiano, e ci accosta all’abito intimo e proprio dell’Abruzzo. 

Avezzano, neve febbraio 2012
Teatro la terra e teatrale la natura con il suo verde e le sue acque, dove l’urlo del vento della Majella impone rispetto agli alberi e il bagliore della luna e il luccichìo delle stelle si cristallizzano nella neve matura del Gran Sasso. Dove la corrente del Pescara accompagna le note del cantico invisibile dei monti sulle rive dell’Adriatico, e il cuore di Scanno culla dolcemente ore antiche e sogni fatati. Una natura che si sposa con la terra per essere tutt’uno e per trovare in essa espressione vera ed essenza della vita. Con uguale brivido di luce.  

Riserva naturale Monte Salviano, neve febbraio 2012
I paesaggi non sono come mete d’escursione e luoghi da scoprire, o semplicemente palcoscenici o cornici, meno che mai cartoline, ma posti attraversati da una corrente di vita, da un flusso di emozioni e significati unici che ci trasportano in un mondo quasi fiabesco, ove il brulichìo delle immagini cattura ogni anima vagante mediante l’unica protagonista: la Natura. Ancora magica e misteriosa, ultima dea di un mondo sempre più cementificato. In essa si modulano i ritmi del sentimento e del pensiero, del pensiero che si unisce alla vita e dei sentimenti che si fanno visione per ritemprare la mente ed il corpo. Visione che richiama le ragioni del cuore, perché suscita in noi l’arte e la poesia, la musica e la danza, la bellezza e l’armonia, la passione e la grazia: esalta gli affetti e restituisce l’amore del tempo vissuto e dei luoghi più cari. Non si resta indifferenti.  

Avezzano, castello Orsini-Colonna
E tali visioni si fanno più profonde per scoprire che su queste immagini, su questi paesaggi, si distende un silenzio intenso, interrotto solo dai richiami degli uccelli, dallo stormire delle fronde degli alberi, dal rodere della pioggia: un silenzio avvolgente ed edificante. E subito si avverte la brezza della quiete che ci raggiunge come un vestito. Copre e dà colore agli uomini e alle cose. 

Nicola Carrabba
(ex alunno dell’ I.T.A. - Alanno)

Caro Nicola,
è bello toccare con mano come la scrittura possa creare ponti tra persone lontane e che nemmeno si conoscono. Hai ragione. In tutto ciò che scrivi. L'Abruzzo ha un fascino misterioso ed inspiegabile che rapisce. Lo fa in punta di piedi e te ne accorgi mentre vivi il luogo. Ancora di più, quando lo lasci... con la voglia di tornare il più presto possibile. Le mie testimonianze in "Terre Nomadi" non sono altro che esigenza di espressione. Succede quando hai dentro un fiume in piena che sente il bisogno di raccontarsi soprattutto nell'incontro con ciò che lo fa scorrere. Così è accaduto a me con l'Abruzzo. Fiumi e fiumi di entusiasmi diventati parole inchiostrate. Ti ringrazio per l'attenzione che dedichi al mio blog. Mi rende felice perché riesce a portare lontano ciò che avremmo voluto vicino. Nel tuo caso, l'Abruzzo.

Anna Maria Colonna 

Avezzano, stazione, neve febbraio 2012
Avezzano, stazione, neve febbraio 2012
Avezzano, castello Orsini-Colonna, neve febbraio 2012
 

    

mercoledì 12 dicembre 2012

Confetti di Sulmona, fra zucchero e anima

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it
Sulmona, fabbrica dei confetti Pelino
Il celeste dell’insegna e delle finestre ben s’intona con quello del cielo. Il sole fa da guida, non c’è nemmeno una nuvola. La intravedo in lontananza, dopo aver camminato per circa mezz’ora. Un inconfondibile profumo di zucchero invita ad entrare. Sono a Sulmona (Aq), davanti alla fabbrica dei confetti Pelino, noti in tutto il mondo per la loro genuinità e per una tradizione lunga 229 anni. Incuriosita e attratta dai colori delle vetrine, decido di intraprendere questo viaggio attraverso il gusto e il tempo. Sì, il tempo. Perché l’azienda conserva lo stesso tipo di lavorazione dal 1783, anno in cui è stata fondata.


Sulmona, confetti Pelino
Mi chiedo quale sia il segreto che rende tanto diversi i “confetti di Sulmona”. Nel 1992 la fabbrica Pelino con l’annesso Museo dell’arte e della tecnologia confettiera sono stati dichiarati Monumento nazionale dal Ministero per i beni culturali e ambientali. Ad accoglierci, la gentilezza del personale, indaffarato a riempire pacchi e buste per i numerosi acquirenti. Assaggio subito un confetto. Poi attraverso il lungo corridoio che conduce al Museo.


Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera
Prima sala. La parete è tappezzata di articoli di giornale, riconoscimenti e fotografie che narrano la storia dei fondatori e dei proprietari dell’azienda. Da Berardino agli attuali Mario, Marco, Antonio, Paola e Lucilla Pelino, l’azienda è stata trasmessa di generazione in generazione. Passeggio fra bomboniere del XIX e del XX secolo, composizioni artistiche fatte con i confetti, scatole di latta per citrato effervescente risalenti agli inizi del 1900 e vecchie confezioni per liquori. Mi ritrovo davanti ad un telefono a pile del 1913. È il primo usato da privati a Sulmona. Collegava la fabbrica con il negozio di paese.

Sulmona, i cannellini di Leopardi
Rapita dall’originalità dell’esposizione, visito la secondo sala. Dopo qualche passo, noto un telaio del 1875. Era impiegato per confezionare Rosari legati ad una tradizione del 1400, quella di annodare confetti di varia grandezza con la seta. Fra gli oggetti in mostra, macchine da scrivere, copialettere e la prima radioricevente di marca americana, nell’azienda a partire dal 1929. Alcuni particolare attirano la mia attenzione. In un piccolo recipiente sono conservati dei vecchi confetti cannellini di Sulmona. Appartennero al poeta Giacomo Leopardi, che ne gustò una parte poco prima di morire. Lungo le pareti della scalinata, inoltre, c’è un quadro che riproduce il complesso dell’Annunziata di Sulmona interamente fatto con confettini argentati. Nel 1860 lo stesso quadro era stato sistemato in un palazzo cittadino. Qui si fermò, per una notte, re Vittorio Emanuele II. Secondo un racconto trasmesso nel tempo, la mattina seguente il quadro fu ritrovato con qualche confetto in meno.


Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera
Una manciata di passi mi separa dalla terza sala, dove sono conservati gli antichi attrezzi per la produzione dei confetti. A partire dalla macchina per sbucciare le mandorle, seguita da quelle per argentare e per lucidare i confetti, dai mulini per la lavorazione dello zucchero, da caldaie e da attrezzi per fare i confetti a rosolio e ricci. Su uno scaffale, alcune “anime” da confettare, come nocciole, semi di anice e mandorle di Avola (Sr). È proprio questa la tipologia di mandorla utilizzata qui. La fioritura della pianta avviene a gennaio, quando le api non sono ancora nel pieno della loro attività. Il cioccolato, invece, proviene dal Belgio.


Confetti di Sulmona, lavorazione
Ma c’è ancora un’altra caratteristica che rende i “confetti di Sulmona” diversi dagli altri. Per produrne uno, occorrono quattro giorni. Gli ingredienti utilizzati sono zucchero a velo, acqua, “anima” e tradizione. Mancano l’amido e la farina, aggiunti di solito per velocizzare la lavorazione e per aumentare la quantità di prodotto finito. Ancora una volta la genuinità del passato risulta vincente. Provare per credere.

Il reportage si può leggere anche sul blog di Radio L'Aquila 1 (http://blog.rl1.it/?p=30475) e su L'Aquila Blog (http://www.laquilablog.it/confetti-di-sulmona-fra-zucchero-e-anima/15780-1212/).

 Si ringraziano Alessandro Di Nisio e Paesaggi d'Abruzzo (http://www.paesaggidabruzzo.com/).



Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera

Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera
Complesso dell'Annunziata di Sulmona in confetti
Sulmona, laboratorio di confetti Pelino
Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera

Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera


Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera
Sulmona, fabbrica Pelino
Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera
Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera
Sulmona, Museo dell’arte e della tecnologia confettiera


















domenica 9 dicembre 2012

Porto in Puglia la prima neve di Sulmona

di Pietro Colonna
colonna-pietro@libero.it 

Sulmona, verso il ponte Capograssi
Ogni volta che sto per partire, ogni volta che c’è da affrontare un viaggio, mi vengono in mente le scene che Sean Penn ha girato in «Into the wild». Non so per quale preciso motivo, ma qualunque sia la destinazione, qualunque sia la distanza necessaria a raggiungerla, sento la felicità che Emile Hirsch riesce a trasmettermi quando si ritrova nelle terre selvagge, a contatto con la natura. Quel modo, quella maniera di assaporare la vita, quella pienezza che ti fa spalancare le braccia d’istinto davanti al paesaggio, quasi un impeto, come a volerne risucchiare l’energia… quell’idea di libertà, di forza… soltanto quella mi fa sentire davvero vivo. Per tale motivo considero Christopher McCandless un mio grande amico. Ne ho adottati un sacco così, anche se, probabilmente, lo so soltanto io. Può sembrare assurdo, ma non importa. Ci sono legami che prescindono dagli incontri fisici. Sì, credo molto in questo.



Sulmona, piazza Garibaldi
Ore 15 circa. Partenza da Bari. Direzione Sulmona, provincia de L’Aquila, verso le maestose montagne della Majella, in terra d’Abruzzo. Il tragitto è piacevole, lo zaino stracolmo. Due signore bolognesi che viaggiano nello scomparto del treno con me, raccontano dei tortellini e delle infinite declinazioni che potrebbe assumere il pranzo natalizio. Il tempo passa in fretta. Leggo qualche poesia di Bukowski. Senza accorgermene, mi ritrovo a Pescara. Coincidenza presa al volo, una corsa tempestiva. Linea Roma Termini. Tra meno di un’ora sarò da mia sorella. Mi siedo davanti ad una ragazza. Stavolta non si parla di tortellini, ma di arrosticini. Ok, a questo punto ho fame. 

Chieti, Scafa, Popoli, Pratola, Sulmona. La temperatura è gelida. Dov’è mia sorella?! Destra, sinistra, eccola! Sorriso a trecentosessanta gradi, che bello riabbracciarla! Ci siamo. 
«Vieni, andiamo a casa!», mi dice. Io la seguo, ho già gli occhi su ogni cosa. «Ok, è qui, siamo arrivati». Piccola e accogliente, c’è tutto quel che serve, senza fronzoli, come piace a me! La stanza è bella, ricorda vagamente il dipinto di Van Gogh, quello della sua camera, ma con qualche sciccheria natalizia improvvisata qua e là. Lascio lo zaino, mi sento leggero.



Sulmona, corso Ovidio
«Andiamo, non c’è tempo da perdere!».

«Non vuoi neanche riposare un po’?».

«Andiamo, forza! Riposerò dopo».


La temperatura scende ancora, ma lo spettacolo offerto da piazza Garibaldi rende ridicolo il freddo. È buio. Sullo sfondo, dietro le case, intravedo qualcosa di imponente, ma non riesco a capire. Proseguiamo verso il palazzo dell’Annunziata. Le luci delle strade illuminano i passanti, muniti di guanti, sciarpe e cappelli. La struttura urbana avvicina le abitazioni, quindi le persone. Andiamo a mangiare. Bene, era ora! Si respira un’aria serena, ospitale e, intanto, il mio sguardo ritorna a frugare nell’orizzonte, oltre la vetrina del pub. Stavolta percepisco una vetta. Poi, di conseguenza, una distesa immensa. Toglie il fiato!




Sulmona, palazzo dell'Annunziata
Ottimi davvero gli arrosticini, meritano una diffusione spassionata e sincera!

«Rientriamo, si è fatto tardi».

«Chissà com’è di giorno».

«Domani vedrai».

«Ok, notte».

«Notte».












L’indomani…

Sulmona, passi nel Centro storico
Sulmona, palazzo dell'Annunziata
Sulmona, corso Ovidio
Sulmona, corso Ovidio 











Sulmona, villa comunale
Sulmona, villa comunale
Sulmona, villa comunale
Sulmona, villa comunale
Sulmona, dal ponte Capograssi
Sulmona, dal ponte Capograssi
Sulmona, dal ponte Capograssi
Sulmona, piazza Garibaldi
Sulmona, piazza Garibaldi
Sulmona, piazza Garibaldi







giovedì 6 dicembre 2012

Sulmona, cielo d'Abruzzo

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it 

Sulmona, panorama
Il cielo sembra assumere sfumature particolari. Assomiglia ad uno specchio che riflette, istante dopo istante, i colori incontaminati della Natura. Ritrovarsi all’improvviso in un luogo sconosciuto e imparare a viverlo. Perché la vita ha deciso così. Tu non puoi fare altro che preparare la valigia e partire. In fondo l’esistenza è un viaggio avventuroso attraverso il tempo e lo spazio. Scopri che il sole sorge e tramonta ovunque. Questo ti fa sentire a casa. La meraviglia sta nella capacità di stupirsi. Una capacità che, per fortuna, non conosce limiti di età.

Sulmona, montagne innevate
È notte fonda quando arrivo a Sulmona (Aq). Il silenzio abbraccia il rumore del sonno. Fra le poche cose che ho portato con me, l’entusiasmo ed il timore di chi conosce la meta, ma non la strada. Mi accorgo che la penna scorre, fluida, su brandelli di carta ancora intatti. Sarà mia inseparabile compagna di viaggio. Un viaggio breve, ma intenso, al termine del quale metterò, nella valigia, questa parte d’Abruzzo.

Di Sulmona non sapevo nulla, solo quei particolari che si apprendono guardando i documentari o leggendo qualche guida turistica. Il paese è noto per la produzione dei confetti, ma nasconde tanti altri tesori. A partire dagli stessi cittadini, ospitali, sempre cordiali e molto legati alle loro tradizioni. O dalle pizzelle, cialde cotte in un ferro (“lu ferre”) rombato o quadrettato e farcite con cioccolato o marmellata.

Sulmona, piazza Garibaldi
Qui le lancette dell’orologio sembrano rallentare. Ogni momento della giornata assume un’atmosfera particolare, soprattutto in inverno. Mentre il sole abbraccia Sulmona, distesa nella Conca Peligna e imbevuta di luce, sullo sfondo spicca il bianco delle vette abruzzesi ancora innevate. Il paese, infatti, è circondato dal Parco nazionale della Majella, da quello d’Abruzzo, Lazio e Molise e dal Parco nazionale del Gran Sasso. A pochi chilometri da Sulmona ci sono anche il Parco regionale del Sirente-Velino, che prende il nome da due monti del territorio, ed una miriade di splendide riserve naturali.

Sulmona, confetti per le vie del Centro storico
Le viuzze del Centro storico si affacciano su corso Ovidio, che conduce verso l’antico complesso dell’Annunziata, ubicato nell’omonima piazza e costituito da chiesa, palazzo e campanile. Proseguendo lungo il Corso, si arriva a piazza XX Settembre, che ospita una statua in bronzo del poeta latino Publio Ovidio Nasone, vissuto nel I secolo a. C. e nato proprio a Sulmona. A pochi passi c’è il teatro comunale “Maria Caniglia”. La strada intitolata ad Ovidio sbuca, infine, in piazza Garibaldi, la vecchia piazza Maggiore, dove è possibile visitare anche il Museo diocesano e la Pinacoteca civica di Arte moderna e contemporanea. A rendere originale il percorso, un’insolita esplosione di colori. Numerosi negozi espongono all’esterno fiori confezionati con i famosi confetti di Sulmona. Il ponte Capograssi congiunge il paese con la sua parte “giovane”, quella che ospita le costruzioni più recenti. Al di sotto del ponte, fra la ricca vegetazione spontanea, scorre un ruscelletto.

Sulmona, panorama
 


Qui, la sera, il silenzio accoglie la voce della Natura. Le luci del paese riflettono lo scintillio delle stelle. Sembrano lucciole che volano ai piedi delle montagne. Il cielo è più vicino, le vette sembrano sfiorarlo. Nella mia valigia non mancherà questo cielo d’Abruzzo.

L'articolo si può leggere anche su L'Aquila blog (http://www.laquilablog.it/sulmona-cielo-dabruzzo/15524-1207/) e sul blog di Radio L'Aqula 1 (http://blog.rl1.it/?p=30370).

Si ringraziano Alessandro Di Nisio e Paesaggi d'Abruzzo (http://www.paesaggidabruzzo.com/).

Sulmona, piazza XX settembre


Sulmona, palazzo dell'Annunziata


Sulmona, confetti
Sulmona, confetti
Sulmona, panorama
Sulmona, panorama
Sulmona, ruscelletto