di Pietro Colonna
colonna-pietro@libero.it
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Sulmona, verso il ponte Capograssi |
Ogni volta che sto per partire, ogni volta che c’è da
affrontare un viaggio, mi vengono in mente le scene che Sean Penn ha girato in «Into
the wild». Non so per quale preciso motivo, ma qualunque sia la destinazione,
qualunque sia la distanza necessaria a raggiungerla, sento la felicità che
Emile Hirsch riesce a trasmettermi quando si ritrova nelle terre selvagge, a
contatto con la natura. Quel modo, quella maniera di assaporare la vita, quella
pienezza che ti fa spalancare le braccia d’istinto davanti al paesaggio, quasi un impeto,
come a volerne risucchiare l’energia… quell’idea di
libertà, di forza… soltanto quella mi fa sentire davvero vivo. Per tale motivo considero Christopher McCandless un mio
grande amico. Ne ho adottati un sacco così, anche se, probabilmente, lo so
soltanto io. Può sembrare assurdo, ma non importa. Ci sono legami
che prescindono dagli incontri fisici. Sì, credo molto in questo.
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Sulmona, piazza Garibaldi |
Ore 15 circa. Partenza da Bari. Direzione Sulmona, provincia de
L’Aquila, verso le maestose montagne della Majella, in terra d’Abruzzo. Il
tragitto è piacevole, lo zaino stracolmo. Due signore bolognesi che viaggiano
nello scomparto del treno con me, raccontano dei tortellini e delle infinite
declinazioni che potrebbe assumere il pranzo natalizio.
Il tempo passa in fretta. Leggo qualche poesia di Bukowski. Senza accorgermene,
mi ritrovo a Pescara. Coincidenza presa al volo, una corsa tempestiva. Linea
Roma Termini. Tra meno di un’ora sarò da mia sorella. Mi siedo davanti ad una
ragazza. Stavolta non si parla di tortellini, ma di arrosticini. Ok, a questo
punto ho fame.
Chieti, Scafa, Popoli, Pratola, Sulmona. La
temperatura è gelida. Dov’è mia sorella?! Destra, sinistra, eccola! Sorriso a
trecentosessanta gradi, che bello riabbracciarla! Ci siamo.
«Vieni, andiamo a casa!», mi dice. Io la seguo, ho
già gli occhi su ogni cosa. «Ok, è qui, siamo arrivati». Piccola e accogliente, c’è
tutto quel che serve, senza fronzoli, come piace a me! La stanza è bella, ricorda vagamente il dipinto di Van Gogh, quello della sua
camera, ma con qualche sciccheria natalizia improvvisata qua e là. Lascio lo zaino, mi sento leggero.
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Sulmona, corso Ovidio |
«Andiamo, non c’è tempo da perdere!».
«Non vuoi neanche riposare un po’?».
«Andiamo, forza! Riposerò dopo».
La temperatura scende ancora, ma lo spettacolo offerto da piazza
Garibaldi rende ridicolo il freddo. È buio. Sullo sfondo, dietro le case, intravedo
qualcosa di imponente, ma non riesco a capire. Proseguiamo
verso il palazzo dell’Annunziata. Le luci delle strade illuminano i passanti,
muniti di guanti, sciarpe e cappelli. La struttura urbana avvicina le
abitazioni, quindi le persone. Andiamo a mangiare. Bene, era ora! Si respira un’aria serena, ospitale e, intanto, il mio
sguardo ritorna a frugare nell’orizzonte, oltre la vetrina del pub. Stavolta
percepisco una vetta. Poi, di conseguenza, una distesa immensa. Toglie il fiato!
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Sulmona, palazzo dell'Annunziata |
Ottimi davvero gli arrosticini, meritano una diffusione
spassionata e sincera!
«Rientriamo, si è fatto tardi».
«Chissà com’è di giorno».
«Domani vedrai».
«Ok, notte».
«Notte».
L’indomani…
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Sulmona, passi nel Centro storico |
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Sulmona, palazzo dell'Annunziata |
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Sulmona, corso Ovidio |
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Sulmona, corso Ovidio |
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Sulmona, villa comunale |
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Sulmona, villa comunale |
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Sulmona, villa comunale |
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Sulmona, villa comunale |
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Sulmona, dal ponte Capograssi |
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Sulmona, dal ponte Capograssi |
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Sulmona, dal ponte Capograssi |
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Sulmona, piazza Garibaldi |
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Sulmona, piazza Garibaldi |
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Sulmona, piazza Garibaldi |
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