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Fonti del Clitunno |
Viali alberati colorati d’autunno. Quando tutto tace e le
sfumature diventano luminose pennellate di sole. Mi incammino lungo un sentiero
sconosciuto, mentre la pioggia cade sottile. Porto addosso il profumo delle
castagne. E quella sensazione di gioia inspiegabile che a volte pervade l’animo
senza bussare. La vita regala all’uomo strade da percorrere. Ogni giorno
qualcuno torna indietro con i ricordi. Va avanti con le speranze. Cammina nel
presente, riscoprendo tragitti nascosti da un manto di foglie secche. I viaggi
nel tempo possiedono la prerogativa della gratuità. Non costano nulla, ma
valgono molto.
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Fonti del Clitunno |
Sono davanti ad un incantevole specchio d’acqua. Le ore
scorrono rapide, anche se tutto sembra immobile. La gente passeggia lungo il
margine del laghetto, attratta dalle anatre e da una coppia di cigni reali vicini
alla riva. Qualche trota gioca con l’aria, sorprendendo il pubblico più
attento. Basta un po’ di vento per far cantare la Natura. I pioppi, i cipressi e
i salici piangenti ricamano questo angolo di paradiso della valle umbra. È
inevitabile pensare al passato, quando le Fonti del Clitunno (Campello sul
Clitunno, Pg) erano per me solo immagini da cartolina. Ora mi ritrovo a vivere
quelle stesse immagini, ancora più belle perché vere. Non posso fare a meno di
sfiorare l’acqua, cristallina nonostante il grigiore del cielo. Sul fondo si
intravedono il muschio, la fanerogame, la coda di cavallo, la gamberaja. Penso
a quanto siano curiosi i nomi delle piante acquatiche e sorrido mentre leggo
dell’esistenza di un “nontiscordardimè delle paludi”.
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Fonti del Clitunno |
Tutt’intorno, un’esplosione di colori. Qualcuno racconta che
in primavera il parco è interamente coperto da una coltre di candidi fiocchi
lanosi. La chiamano “neve degli alberi”. Sono i fiori dei pioppi rapiti dal
vento. A circa un chilometro da qui si trova un tempietto risalente al IV-V
secolo d. C. ed intitolato a San Salvatore. Reminescenze scolastiche mi
riportano a Giosué Carducci e all’ode dedicata alle pure fonti del Clitunno. Un
fiume che nasce dalle “Vene” di Campello. Un’antica divinità di probabili
origini autoctone. In ricordo del poeta toscano è stata posizionata, sulla
sponda del laghetto, una stele dello scultore torinese Leonardo Bistolfi. Respiro
il luogo, intriso di storia. Inseguo i passi di chi è rimasto senza fiato
davanti a tale spettacolo. Ne scrisse Virgilio. Il poeta inglese George Byron
definì la sorgente “lucente cristallo”.
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Fonti del Clitunno |
Un ponte di legno conduce alle isolette. Le foglie
continuano a cadere, formando un vivace tappeto sull’acqua. Sono già trascorse
due ore, ma guardare l’orologio non ha senso. Non qui. Mi illudo di aver
smarrito il biglietto di ritorno. Vorrei fermare il tempo almeno per un giorno.
Noto dei faretti spenti e penso alla fortuna di chi può visitare questo posto
incantevole alla luce delle stelle. Plinio il Giovane, rivolgendosi ad un amico, scriveva: “Hai
mai veduto le Fonti del Clitunno? Se non ancora, e credo di no, altrimenti me
ne avresti parlato, valle a vedere. Io le ho viste da poco e mi rammarico di
averlo fatto troppo tardi". Il consiglio dello scrittore latino risuona
ancora nei secoli.
Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it
Cliccando sulle immagini, è possibile ingrandirle.
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Fonti del Clitunno |
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