domenica 17 marzo 2013

Rocca Calascio in bianco, un altimetro per misurare le emozioni

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it

Paesaggio da Rocca Calascio (Aq)
© Anna Maria Colonna
Raccolgo e misuro le emozioni con l’altimetro, mentre rimangono impigliate nei pensieri. Negli sguardi. Ho in mano un dépliant preso dal bancone del bar. «Senza musica la vita sarebbe un errore». Le parole di Friedrich Nietzsche spiccano sullo sfondo nero della prima paginetta. A quasi 1500 metri d’altezza si percepisce una musica diversa dalle altre. Quella della natura, scritta sullo spartito della vita stessa.


Rocca Calascio (Aq), ruderi del castello
© Anna Maria Colonna
Rocca Calascio (Aq), sabato pomeriggio. Il cielo è inzuppato di luce, nonostante la colonnina del termometro segni diversi gradi sotto le zero. Le nuvole fanno a gara per occupare il posto migliore, ad un soffio dalle vette. L’aria gioca con il vento. È leggera, come i passi silenziosi sul manto di neve che copre il percorso. I ruderi del castello medievale spiccano sull’altura, ma vederli da vicino crea un effetto magico. Senza tempo. Bisogna salire.

Rocca Calascio (Aq), chiesa di Santa Maria della Pietà 
© Antonio Colamonaco
Seguiamo le impronte già lasciate sulla coltre bianca, ma in alcuni punti la neve è intatta. Distesa sulla terra come se fosse una coperta sul letto appena rifatto. In lontananza le montagne sembrano sorreggere frammenti di cielo. Macchie di verde colorano il cammino, che conduce alla chiesa di Santa Maria della Pietà, risalente ai secoli XVI-XVII. Si racconta che sia stata costruita dalla popolazione locale, scampata ad un gruppo di briganti. Tutto è ignoto. E sorprende. La neve, a cui non eravamo preparati. La rocca, imponente e sospesa. Il panorama, da togliere il fiato. L’edificio sacro, solitario eppure così familiare. Inseguiamo il pomeriggio senza conoscere dove ci condurrà.

Rocca Calascio (Aq), la natura osserva la natura 
© Anna Maria Colonna
Per il freddo, l’acqua si trasforma in lastre di ghiaccio. Un cane guida i curiosi, mostrando gli scorci più belli del panorama circostante. Abruzzo. Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a pochi chilometri da Campo Imperatore, sulla valle del Tirino e l’altopiano di Navelli. La natura osserva la natura. Bisogna tornare bambini per riconquistare lo stupore nascosto dai ritmi serrati della quotidianità adulta. Fermarsi. Riprendere fiato. Riprendersi il tempo. Provare ad immaginare la vita quassù, quando il castello era abitato. Intorno all’anno Mille, quando sembra che la torre principale sia stata costruita.

Paesaggio da Rocca Calascio (Aq) 
© Anna Maria Colonna

Colonna sonora: Andrew Powell, Ladyhawke





 
Le sensazioni e le emozioni passano dalla testa al cuore. Lo sento battere ad ogni passo. Nella salita, così come nella discesa. Anche davanti ad un sentiero chiuso che costringe a rifare il giro, riportandoci sulla neve. E penso alla frase pronunciata da Phillipe Gaston in «Ladyhawke», il film di Richard Donner girato proprio a Rocca Calascio: «Queste sono cose magiche, sono cose misteriose». Inspiegabilmente lasciano il segno.

Paesaggio da Rocca Calascio (Aq) 
© Anna Maria Colonna

Paesaggio da Rocca Calascio (Aq) 
© Anna Maria Colonna
Rocca Calascio (Aq), ghiaccio 
© Anna Maria Colonna







Paesaggio da Rocca Calascio (Aq) 
© Anna Maria Colonna


Rocca Calascio (Aq) 
© Antonio Colamonaco
Rocca Calascio (Aq), il castello 
© Anna Maria Colonna



Rocca Calascio (Aq), chiesa di Santa Maria della Pietà
© Antonio Colamonaco
Rocca Calascio (Aq), il castello 
© Anna Maria Colonna
Rocca Calascio (Aq), chiesa di Santa Maria della Pietà - © Anna Maria Colonna
Rocca Calascio (Aq), ruderi - © Anna Maria Colonna



Rocca Calascio (Aq), ruderi - © Anna Maria Colonna
Rocca Calascio (Aq), ruderi - © Anna Maria Colonna

Ladyhawke, alcune scene tratte dal film girato, in parte, a Rocca Calascio.
 




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