lunedì 22 giugno 2015

Tra Puglia e Abruzzo, appunti di viaggio

Tornare... per ripartire

di Anna Maria Colonna

2 giugno 2015

Ore 17.00
 
Meravigliosa vita... sono le prime parole che mi vengono in mente mentre rientro in Puglia. Penso a quanto un viaggio possa regalare entusiasmo. Penso al tempo trascorso cercando la vita in cose che non mi appartenevano. Tempo sofferto, ma non sprecato. Tempo condiviso e proprio per questo prezioso. Sempre e comunque.

L’essenzialità torna ad essere al centro di una quotidianità fatta di cose semplici, lontane dalle apparenze. Le passioni condiscono il tempo e lo rendono sorridente proprio perché sono passioni. Bisogna tenersele strette, altrimenti tutto perde gusto. Bisogna tenersi stretti i sogni, le partenze e i cammini, le mete. Bisogna tenersi strette le persone che scelgono di camminare con noi perché lo vogliono davvero. Perché lo desiderano. Perché ci vogliono liberi accanto alla loro libertà. La sola materialità è insapore.

Guardo attraverso i finestrini di questo treno in corsa e ritrovo in me il piacere della scoperta che ogni viaggio può dare. La curiosità ha la capacità di meravigliarsi e di emozionarsi. Non per questo resta bambina. Non per questo deve avere paura di mostrare la sua parte più intima.

Si torna. La macchina fotografica è scarica e stranamente ho voglia di ballare. Viaggiare è catturare attimi da portare con sé nel bagaglio dell’esistenza. È camminare per osservare, per creare legami e per notare ciò che sembra nascosto. 

Il pranzo con i genitori e la nonna di Stephanie è stato un ritrovarsi per raccontarsi. E il viaggio verso Pescara con la sorella e la sua famiglia ha ancora il sapore buono dell'improvvisazione. Riavvolgo il nastro di qualche ora. Il tempo vola, la lasagna alla boscaiola finisce in un batter d’occhio. E i dolci «D'Angelo» colorano la tovaglia, ricamandola con zucchero e caffé. Mi sento a mio agio, come sempre, in Abruzzo. 

La colazione mattutina a due passi dall'Annunziata riporta i pensieri alle lunghe passeggiate fatte nelle ore libere, nell'estraneità di un paese che non conoscevo ancora bene. Uscivo a fare due passi e tornavo a casa sempre con un saluto e un sorriso in più.  Sono trascorsi appena cinque anni, una vita per me. Quante esperienze, quanti viaggi, quante pagine!

C'è la cerimonia per la commemorazione del 2 giugno stamattina in piazza Tresca. Stephanie ed io approfittiamo per passeggiare tra gli alberi della villa comunale. Parliamo del tempo passato insieme. Le racconto di aver incontrato Carla, donna forte che mi ha insegnato tanto, dandomi il coraggio di tirare fuori i sentimenti. Ricordiamo la serata al pub di Gennaro, poche ore prima, e i panini norvegesi finiti in due bocconi. Scattiamo delle fotografie e incontriamo Tiziana insieme alla sua famiglia. 

L'intensità può concentrarsi in una manciata di minuti o può essere diluita in giorni, mesi, anni. Forse dipende da noi, dai viaggi che vogliamo fare, da come vogliamo farli. Dipende dalle cose a cui diamo importanza, da come le consideriamo. Dipende dal modo in cui vediamo, se ci fermiamo alla superficie, nutrendoci di impressioni e di pregiudizi, o se andiamo in profondità. 

La strada che intendiamo imboccare è legata alle nostre scelte, alla voglia e alla capacità che abbiamo di mediare tra cuore e ragione, senza pendere troppo da una parte o dall'altra. Questo credo sia il vero viaggio. Una scommessa con noi stessi su di un treno che non attende troppo, che sosta senza mai fermarsi definitivamente.










Colonna sonora: The Smiths, Please, please, please, let me get what I want



Qui la prima parte degli appunti di viaggio, qui la seconda, qui la terza, qui la quarta.


















lunedì 15 giugno 2015

Tra Puglia e Abruzzo, appunti di viaggio

Non può continuare a piovere

di Anna Maria Colonna
terrenomadi@gmail.com 
1 giugno 2015 - ore 9.10
 
L’accoglienza dei genitori di Stephanie mi ricorda il pranzo con loro lo scorso anno, una piacevole domenica in compagnia tra un impegno scolastico e l’altro. Li riabbraccio e vedo spuntare la macchina azzurrina di Stef, come la chiamo io. Emozioni così le provi solamente quando sai che un’amica conosce di te più i silenzi che le parole. E le parole continuano ininterrottamente per tutta la serata, davanti alle nostre pizze castagne e nocciole e ai dolci di mele, mandorle e cioccolato. Meravigliosamente... viaggio nella vita...


Ore 9.50

L’incursione nella fabbrica di confetti Pelino è stata un dolce toccasana, anche per l’abbraccio della signora Pina. Le distanze non sono sempre burroni. Possono tracciare ponti anche tra persone che si conoscono appena. Il profumo di zucchero delizia il mio naso, difficile resistere alla tentazione.

Nel cielo, nemmeno una nuvola. Il tempo stamattina rispecchia il mio umore. Rifletto. Viaggiare è tracciare sentieri, ritrovare la parte più vera e più bella di se stessi e degli altri.


Pacentro
Ore 15.00
Piove, eppure c’è il sole. Un temporale di quelli estivi, intensi e brevi. Scoppi improvvisi e passeggeri. Lasciano il tempo che trovano. «Ma è scemo questo tempo?!?», esclama una signora mentre si ripara sotto un balcone. «Troppa neve, troppa pioggia, adesso arriva l’estate, non può continuare mica a piovere!». È vero, non può piovere per sempre.

La mattinata con Ivano è trascorsa veloce, tra una fotografia e l’altra. Ripercorro con la penna volti e scorci di Pacentro, uno dei borghi più belli d’Italia, a pochi chilometri da Sulmona. Il panorama è mozzafiato da lassù. Ivano conosce il posto, mi fa notare che i numeri civici in terracotta hanno colori diversi a seconda delle zone in cui si trovano le abitazioni. Riprendiamo il gruzzolo di case del borgo da diverse angolature. Le sfumature vive della bella stagione rendono preziosi gli scatti. Le viuzze sono abbellite ovunque da fiori e lampioncini. Le fontane danzano al suono dell’acqua e fanno da bussola verso le piazzette arroccate tra i pendii.

La chiesa di Santa Maria della Misericordia, in piazza del Popolo, è chiusa, ma dalle vetrate si riesce a vedere l’interno. Sbircio e catturo le trasparenze intarsiate di una finestra. Poi stringo la mano a Ferdinando, lo scalpellino di Pacentro che, con coraggio, sta portando avanti il mestiere ereditato  dal nonno. Nella sua bottega modella ogni giorno la pietra bianca della Majella, dandole forme di animali, piante, uomini. Volti e incontri, inevitabilmente. Ad ogni viaggio. Ivano mi fa notare lo stemmario dei fondatori e dei personaggi storici di Pacentro esposto sulla parete esterna di un palazzo. L’elenco è lungo diciannove stemmi e sculture.



Poi, ancora, incontri. Questa volta con Franca, presepista. Parla della sua arte e racconta del desiderio di testimoniare il passato attraverso le «mammuccje». Incuriosita, chiedo di spiegare. «Sono statuine in terracotta che mostrano, negli abiti e nei gesti, le tradizioni agropastorali a cui il nostro territorio è legato». Riconosco le donne di Scanno proprio dagli abiti. E penso a quanto sia bello e naturale valorizzare un luogo, un’usanza, una persona quando vengono tirati in ballo i sentimenti. Quelli più profondi. Spesso le cose nascono già con l’intenzione che debbano finire.

Qui la prima parte degli appunti di viaggio, qui la seconda, qui la terza

Continua lunedì 22 giugno. 

Colonna sonora: Evynne Hollens, Over the rainbow 


Scorci di Pacentro, uno dei borghi più belli d'Italia



 




Piazza del Popolo
Santa Maria della Misericordia




Ferdinando, scalpellino



Franca, presepista



















lunedì 8 giugno 2015

Tra Puglia e Abruzzo, appunti di viaggio

Ritrovandomi... a Sulmona


di Anna Maria Colonna

31 maggio 2015

Ore 16.25
Riconosco quell’accento che mi è tanto familiare. Treno Pescara-Avezzano, osservo i paesaggi dai finestrini in corsa e il mio sguardo viene rapito dalle montagne che si intravedono in lontananza. Chissà se sul Gran Sasso c’è ancora neve, chissà quanta gente ci sarà oggi al lago di Scanno, chissà se riuscirò a riabbracciare la signora Pina, chissà se riuscirò, prima o poi, a ritrovare Lilia... tanta vita in pochi anni! Chissà... se solo avessi saputo... Ora so solamente che mi sento a casa. Viaggio e serenità. Non posso non dirlo in questo treno. Difficile ammetterlo dopo la tempesta. Ma io oggi vedo il sole.

Ore 18.30
Respirare la vita a pieni polmoni di fronte alla Majella ancora macchiata di bianco. Piove, una pioggia sottile e leggera che lava ogni traccia di grigio. I confetti sono sprazzi di luce colorata, rendono ancora più familiare il centro storico di Sulmona e l’imponente complesso dell’Annunziata.

Aspetto Stephanie, intanto assaporo l’atmosfera incantata che si respira in Abruzzo. Qualcuno saluta pur non conoscendomi, avevo imparato a farlo anch’io fino a qualche mese fa. La gentilezza ingentilisce luoghi e animi.

Lungo Corso Ovidio, una distesa di bancarelle fa strada a visitatori e cittadini. Prodotti tipici, profumi e voci invitano a fermarsi. «Scusi, dico a lei, non può non assaggiare le olive di Cerignola, quelle originali...». Mi giro e sorrido, mostrando la busta che porto con me e che contiene un chilo di pane di Altamura. 



Scambio due parole con Giuseppe, poi riprendo il mio cammino verso piazza Garibaldi. Tutto parla di ieri, tutto parla di domani. Ho la pelle d’oca, non ne conosco il motivo. Percorsi di vita che viaggiano alla velocità della luce, la stessa di un brivido.

Improvvisamente mi sento chiamare...

 Continua lunedì 15 giugno.





Qui la prima parte degli appunti di viaggio.

Qui la seconda parte degli appunti di viaggio.

Colonna sonora: Lindsey Stirling, Take flight



















venerdì 5 giugno 2015

Tra Puglia e Abruzzo, appunti di viaggio

Sosta alla stazione di Pescara

di Anna Maria Colonna
terrenomadi@gmail.com


31 maggio 2015

Ore 14.30


Viaggio con il mare accanto. Le sfumature entrano a passi di danza in atmosfere diverse. I paesaggi del mondo rispecchiano, il più delle volte, gli stati d’animo dell’uomo. Mi ritrovo in questo e lo rivivo ogni volta che metto piede in treno. Oggi c’è pace ovunque.

Ore 15.15

Stazione di Pescara. Mi immergo nel sole, seduta su di una panchina. Mancano meno di tre ore e sarò Sulmona, la città dei confetti, patria di Ovidio. Sulmona, il paese che ha visto rinascere i miei sogni e che ora li vede zoppicare, feriti e un po’ stanchi. Stazione di attese, di desideri, di entusiasmi, di speranze, quella di Pescara. Stazione che per la prima volta ho conosciuto di notte, prima di cominciare una delle mie prime esperienze di insegnamento.



Viaggio e coraggio. Viene spontaneo ora accostare queste due parole. Ci vuole coraggio di fronte alle scelte importanti, e ci vuole coerenza. Viaggio può essere fuga, per me è determinazione a proseguire la strada imboccata, seppur scomoda e difficoltosa. Viaggio è guardarsi dentro, avere il coraggio di farlo. Lo si può fare da fermi, meglio se in cammino.

 



 


Viaggio e libertà. La libertà di essere se stessi senza pretendere di apparire diversi agli occhi di chi ci chiede continuamente di cambiare.





Continua lunedì 8 giugno.





Colonna sonora: Eva Cassidy, Time after time











martedì 2 giugno 2015

Tra Puglia e Abruzzo, appunti di viaggio

Signorina, deve partire?

di Anna Maria Colonna 
terrenomadi@gmail.com

31 maggio 2015

Ore 8.44


Il sole sorride alla giornata che inizia. Picchia forte, nonostante sia ancora primavera. La musica corre sulle note di Elisa... corrono i pensieri e si rincorrono in un gioco di entusiasmi, nostalgie, ricordi, tristezze. Chiudo gli occhi e li riapro alla vita che ho deciso di riprendermi. E ho deciso di riprendermela partendo proprio dai luoghi salutati appena qualche mese fa. Ogni esistenza ha le proprie primavere, la mia comincia ora. Spesso si riparte facendo qualche passo indietro per capire quale direzione imboccare, soprattutto quando pensavi che la strada sarebbe stata un’altra. E lo pensavi perché ci credevi fino in fondo.




Il verde della campagna murgiana mostra il suo volto ancora assonnato e bagnato di luce. Intanto la vita prende vita sulle strade. Paesi e città sbadigliano dando il buongiorno al nuovo risveglio.



Toritto, Grumo, Palo, Modugno. Arriverò a Bari con un po’ di anticipo, ho voglia di respirare i colori del mare. Penso a quanto viaggiare aiuti l’uomo a fare i conti con se stesso, con ciò che nella quotidianità non riesce più a vedere. O che forse non ha mai visto. Viaggiare è raccogliere frammenti per ricostruire, per ricomporre sogni e per rivedere progetti. Viaggiare è arricchirsi, scoprire e riscoprirsi diversi. Porti con te, in questa corsa verso la bellezza della libertà, la tua parte migliore e più vera, quella a cui stavi rinunciando.



Ritorno per qualche ora in Abruzzo, la terra che per cinque anni mi ha fatto crescere e sorridere, insegnandomi la semplicità dei gesti e incoraggiandomi ad ascoltare il cuore. Tornerò con la consapevolezza di non aver sbagliato ad ascoltare il cuore, perché i sentimenti, anche nei viaggi meno piacevoli, vanno sempre messi al primo posto.



Ore 10.30


Mare e cielo si confondono, hanno lo stesso colore. Non c’è sbuffo di vento e l’acqua sembra una tovaglia poggiata su nuvole in trasparenza.



Bari. Qualche pescatore è già all’opera da un pezzo e per strada il silenzio prevale sui rumori. Per un attimo mancano i pensieri, esistono solamente passi. Un anziano si avvicina e mi domanda l’orario. «Signorina, deve partire?». Rispondo sorridendo: «Sì, ma per poco». Lui ribatte: «E chi lo può dire? Io sono arrivato a Bari quarant’anni fa e... vede, non ho preso più treni». Rifletto... chissà...





Viaggi e miraggi, giochi di parole che mettono in ballo emozioni e sensazioni. Ho bisogno di un cappuccino, di carta e penna. Scrivere è spogliare i ricordi e i pensieri, vestendoli di novità e prospettive diverse. Più adulte, forse.

Continua venerdì 5 giugno.




Colonna sonora: Elisa, Stay