mercoledì 22 maggio 2013

Cara Vita, un viaggio inizia quando...

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it

Cara Vita,
le parole scorrono, semplicemente scorrono… dita che si muovono, veloci, sulla tastiera di un muto computer, ascoltatore senza alcuna risposta. I pensieri si mescolano alle domande, compagne dell’anima e del cuore.

Partire o restare. È il dilemma davanti al quale tanti hanno rallentato i loro passi, in attesa di un segno chiaro, esplicito, decisivo. Eppure… quanto è stata desiderata quella partenza! Quante sere trascorse a studiare per superare quel concorso o per fare quella professione! Ma, al momento del, ecco farsi avanti i se… e se sbagliassi ad inseguire un lavoro?

Barattare la famiglia, la casa, gli amici, l'amore, le strade quotidianamente percorse con un lavoro?

Ogni persona ha un cuore, ed il cuore, al momento delle scelte, è messo a dura prova dagli affetti. Curiosità e paura si incontrano e si scontrano, generando ininterrotti terremoti, e maree, e bufere. Mari in tempesta.

Partire o restare? È il bivio davanti al quale tantissimi giovani si soffermano per un attimo. Quell’attimo che passeggia, silenzioso, sul sentiero delle decisioni importanti.

La vita è un libro sul quale tutti possono scrivere: scarabocchi o poesie, quelle pagine compongono una storia che nessuno, nemmeno il protagonista, ha il diritto di cambiare. Ed, in fondo, il viaggio si compie ogni volta che la storia, la nostra storia, condita con il sale delle lacrime e con lo zucchero dei sorrisi, viene riletta.

Nessun luogo è lontano… reminiscenza di letture passate. Sì, è vero. Nessun luogo è lontano quando il tuo mondo è vicino. Non è uno scontro tra cuore e ragione. La passione, innamorata degli affetti, ma amante dei sogni, sfida a duello se stessa, pur sapendo che, con il ferire l’amata, uccide l’amante. E che, con il ferire l’amante, uccide l’amata.

Riflessioni di un giorno qualunque. Il giorno qualunque di una qualunque persona. Il cielo è lo stesso. Sempre quello, sempre immobile, puntellato di stelle anche quando il suo immenso è nascosto dal velo bianco delle nuvole.

Restare… partire… restare… partire… ci frena e ci incoraggia. Curiosità e timore. Non resta che vivere questa meravigliosa vita, le cui domande tessono inni, i cui dubbi tessono racconti, le cui risposte tessono odi. Affinché ogni uomo possa rendersi scrittore e poeta inconsapevole vivendo il libro della propria esistenza. Sempre.

Cara Vita,
il tuo incedere lento mal si adatta alla nostra corsa quotidiana. Tu, che le cose le gusti fino in fondo. Tu, che sai ancora emozionarti davanti ai colori di un dipinto o al suono di una sottile melodia. Tu cerchi di raggiungerci senza afferrarci, perché sei Vita e la Vita mai imprigiona.

Vita, nelle partenze e nei ritorni, nei sogni e nei desideri, nelle domande e nelle risposte, nel viaggio dell’uomo su questa incantevole terra, qui, in ognuna di queste cose, tu dimori silenziosa. Ed è il silenzio di una bellezza che non ha bisogno di parole.

Partiamo per restare nei nostri sogni. E, nella partenza, gli affetti rimangono con noi. Restare è partire, partire è restare.

Lettera alla Vita per la Vita. Scegliere di partire o scegliere di restare? Partire. Tornare. Restare. Vivere.

Eppure di più non posso aspettare. Perché il restare, benché brucino le ore nella notte, è farsi ghiaccio e cristallo, è come rimaner prigioniero nella forma. Sarei felice di portarmi dietro ogni cosa che è qui. Ma come posso farlo? Non può una voce tirarsi dietro la lingua e le labbra che le diedero ala. Da sola deve tentare il cielo. E sola e senza il suo nido volerà l’aquila in alto, dentro il sole (K. Gibran, Il profeta).






Nessun commento:

Posta un commento