Dopo un anno di reportage, Terre Nomadi va in vacanza. Il blog tornerà ad essere aggiornato lunedì 15 settembre.
Ogni lunedì pubblicheremo articoli che raccontano di viaggi, luoghi, tradizioni, mete e destinazioni. Lasceremo spesso parlare le immagini e suggeriremo preziose letture con le recensioni della rubrica Pagine nomadi.
A partire settembre, la rubrica CucinaMondo sarà arricchita con nuove ricette. Appuntamento il primo e il quindici di ogni mese.
E per gli amanti del grande schermo non mancheranno i suggerimenti cinematografici di Road movie, la rubrica creata e curata da Miriam Pallotta.
Per autori e case editrici resta a disposizione il servizio booktrailer. Testi di Anna Maria Colonna, voce di Francesco Ventura.
Auguriamo buone vacanze ai nostri sempre più numerosi lettori.
Per segnalazioni di eventi, proposte di reportage e di collaborazione, scrivere a terrenomadi@gmail.com
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare»
(Jack Kerouac, On the Road)
Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l'uomo deve poter viaggiare (Tarkovskij).
giovedì 31 luglio 2014
Da Israele alla Spagna, i giovani ci mettono le scarpe
terrenomadi@gmail.com
Simulazione del cammino di Santiago in piena Murgia |
Scarpe comode e sacco a pelo rincorrono le lancette dell'orologio snocciolando l'attesa in una miriade di pensieri. Dal taschino aperto dello zaino penzolano le cuffie del lettore mp3. La musica apre la strada e mostra il sentiero.
Giovani che avanzano a piccoli passi, nome che hanno dato all'associazione fondata di ritorno da un viaggio nelle terre della guerra infinita, Israele e Palestina. Terre Nomadi li ha incontrati prima della ripartenza per intervistarli.
A piccoli passi fa subito pensare al cammino, al viaggio. Come mai avete scelto questo nome per la vostra associazione?
Abbiamo deciso di fondare quest'associazione di ritorno da un lungo pellegrinaggio nelle terre israeliane e palestinesi. Il nome vien fuori da un motto suggeritoci da Daud Assad, palestinese cristiano di Betlemme. Bisogna sempre pensare in grande e agire a piccoli passi.
Simulazione del cammino di Santiago in piena Murgia |
L’associazione è composta da un direttivo di sette giovani. Nel gruppo c'è anche un sacerdote, don Vincenzo Lopano, parroco della chiesa di Sant'Agostino ad Altamura.
State per affrontare il cammino di Santiago. È il secondo viaggio insieme dopo quello in Isreale e Palestina...
Infatti il cammino di Santiago rappresenta la seconda tappa del nostro viaggio insieme. La prima esperienza l'abbiamo affrontata in Terra Santa e da qui deriva il progetto dell'associazione. La testimonianza della gente del posto è stata la scintilla che ha fatto scoppiare in noi la voglia di metterci in gioco. Forse, più di tutti, ci ha scosso l’incontro con suor Donatella Lessio al Caritas baby hospital di Betlemme. All’ospedale pediatrico abbiamo destinato i primi fondi raccolti.
Israele e Palestina in guerra perenne... quali sono le sensazioni che si vivono attraversando questi luoghi?
Si avverte una profonda spaccatura. È come se la terra fosse divisa da una voragine invalicabile, frutto dell’odio tra due popoli che, invece, dovrebbero coesistere. Visitando il territorio della West Bank, abbiamo visto e respirato i luoghi del conflitto tagliati dal territorio israeliano.
Ora in cammino verso Santiago... come vi state organizzando?
Abbiamo proposto il Cammino come seconda meta del nostro viaggio. Scopo del pellegrinaggio è suggerire ai giovani uno stile di vita improntato alla sobrietà, alla ricerca e alla condivisione. Oltre ai nostri compagni di viaggio, ad affiancarci ci saranno gli zaini, riempiti a fatica rinunciando al superfluo. Partiremo da Astorga il 7 agosto e arriveremo alla nostra meta il 17.
Abbiamo proposto il Cammino come seconda meta del nostro viaggio. Scopo del pellegrinaggio è suggerire ai giovani uno stile di vita improntato alla sobrietà, alla ricerca e alla condivisione. Oltre ai nostri compagni di viaggio, ad affiancarci ci saranno gli zaini, riempiti a fatica rinunciando al superfluo. Partiremo da Astorga il 7 agosto e arriveremo alla nostra meta il 17.
Simulazione del cammino di Santiago in piena Murgia |
I luoghi in cui troveremo ristoro sono i tipici e centenari albergues. Abbiamo delle aspettative molto alte. In primis, la buona riuscita del Cammino e la creazione di un gruppo che in futuro continui a percorrere strade insieme, poi vorremmo far nascere nei giovani il desiderio di vivere in maniera autentica e libera la propria vita. Essendo molto vicini e legati alla situazione in Terra Santa, abbiamo deciso di intraprendere il cammino all’insegna della pace non solo tra Israele e Palestina, ma in tutto il mondo. E come segno di pace, porteremo con noi un simbolo che richiami anche le culture dei due popoli.
A Marianna, Giuseppe, Roberto, don Vincenzo e a tutti gli altri pellegrini in partenza da Altamura... Ultreya! Suseya!
L'associazione A piccoli passi sta continuando a raccogliere fondi per sostenere il Caritas baby hospital di Betlemme. I lettori che vogliano contribuire con un gesto di solidarietà, possono farlo attraverso il codice IBAN IT88R0306741330000000002528. Per informazioni, scrivere a apiccolipassionlus@libero.it Colonna sonora: Jovanotti, Le tasche piene di sassi
giovedì 24 luglio 2014
Capo Vaticano, le parole del mare
di Anna Maria Colonna
Il mar Tirreno accarezza la Costa degli dei regalandole sfumature di insoliti colori. Viaggio a Capo Vaticano (VV), una delle più suggestive località della Calabria.
Parto nel cuore della notte, guidata dalla luce delle
stelle. Una gioia nuova mi condisce l’anima. È
l’euforia che accompagna ogni viaggio. L’aria è fresca. La strada, deserta. La
città parla col suo silenzio. Il buio avvolge ogni cosa rendendola
irriconoscibile. Ho tra le mani itinerari di carta. Con lo sguardo inseguo
tragitti, con la mente dipingo mete. Impiegherò circa sette ore per arrivare a
Capo Vaticano (VV), la mia destinazione. L’alba dai colori chiari illuminerà il
mare mostrandomi i suoi insoliti riflessi.
terrenomadi@gmail.com
Il mar Tirreno accarezza la Costa degli dei regalandole sfumature di insoliti colori. Viaggio a Capo Vaticano (VV), una delle più suggestive località della Calabria.
Il mare di Capo Vaticano
© Anna Maria Colonna
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La costa di Capo Vaticano
© Anna Maria Colonna
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Il percorso è lungo, ma voglio viverlo. Il sonno scompare.
Lo sguardo si posa sui paesaggi calabresi e su un cielo dalle mille sfumature.
Emozioni. Qualsiasi viaggio regala emozioni. Raccolte su un foglio. Sorprese da
una macchina fotografica. Persa nei pensieri, non mi accorgo di essere giunta a
destinazione.
Mi chiedo quali mani abbiano creato tale incanto. Il mare di
Capo Vaticano è incontaminato. I suoi colori possiedono una luce particolare. È come se il sole li avesse
imbevuti di splendore. Una sabbia fatta di granelli di tempo accarezza l’acqua.
Il mare di Capo Vaticano
© Anna Maria Colonna
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Situato tra il golfo di Sant’Eufemia e quello di Gioia
Tauro, l’altopiano del Poro, che ospita il promontorio di Capo Vaticano,
appartiene alla cosiddetta Costa degli dei. Spiagge bianchissime e scogliere a
strapiombo sul mare caratterizzano un paesaggio che non può lasciare
indifferente alcun visitatore. Lo scrittore veneto Giuseppe Berto, affascinato dalla
località, appartenente al comune di Ricadi, decise di trascorrervi il resto
della sua esistenza: «…ecco,
qui costruirò con le mie mani un rifugio di pietre e penso che in conclusione
questo potrebbe andar bene come luogo della mia vita e della mia morte».
Il mare di Capo Vaticano
© Anna Maria Colonna
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Ed è lo stesso Berto a spiegare l’origine del toponimo: «Penso
che Capo Vaticano si chiami Vaticano per la stessa ragione per cui un colle di
Roma si chiama alla stessa maniera: sacerdoti e indovini vi andavano a scrutare
il futuro, basandosi sul volo degli uccelli e altre cose. Duecento metri al
largo della punta c'è uno scoglio chiamato Mantineo, e in greco manteuo significa comunicare con la
volontà divina. Il Capo era un posto sacro, e lo è ancora, nonostante tutto». Secondo un’altra tradizione, il nome farebbe riferimento
alla grotta che ospitava un oracolo, Manteco, al quale si rivolgevano i
naviganti.
Capo Vaticano, tramonto sul mare
© Anna Maria Colonna
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La gente del posto è cortese e affabile. Mi indica luoghi da
visitare. Piccoli segreti da scoprire. Come la tipica cipolla rossa, la cui
dolcezza è dovuta alle proprietà del terreno di Capo Vaticano.
L’acqua scintilla. Il cielo pure. Il vento canta. Il faro fa
eco. Costruito nel 1870, sorge a circa 99 metri sul livello del
mare ed è visibile da una distanza di 23 miglia. Da lassù ammiro un bellissimo tramonto sull’isola di
Stromboli e noto come alcune spiaggette siano raggiungibili solo via mare.
Parte di questo tesoro, ora, appartiene a me. In riva ad
un’immensa distesa color dell’aria, ascolto l’acqua che mi culla i pensieri. In
balia di onde che collezionano pietre.
Il mio viaggio. Ma questo è solo l’inizio.
Di seguito, un video che mostra la Costa degli dei.
sabato 19 luglio 2014
Road movie: Tracks - Attraverso il deserto
di Miriam Pallotta
miriam_pallotta@libero.it
Robyn Davidson ha venticinque anni e in mente un folle progetto: attraversare a piedi il deserto australiano. Dopo un paio di anni di preparazione, passati ad addestrare cammelli e a indurire i suoi piedi, Robyin deve superare l'ultimo ostacolo che la separa dalla sua meta: i soldi.
La rivista National Geographic decide di sponsorizzarla a patto che lei incontri periodicamente il fotografo Rick Smolan, che documenterà tutta l'impresa.
Il film è tratto dalla vera storia di Robyn Davidson e presentato alla settantesima edizione della mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Interpreti
Mia Wasikowska: Robyn Davidson
miriam_pallotta@libero.it
Robyn Davidson ha venticinque anni e in mente un folle progetto: attraversare a piedi il deserto australiano. Dopo un paio di anni di preparazione, passati ad addestrare cammelli e a indurire i suoi piedi, Robyin deve superare l'ultimo ostacolo che la separa dalla sua meta: i soldi.
La rivista National Geographic decide di sponsorizzarla a patto che lei incontri periodicamente il fotografo Rick Smolan, che documenterà tutta l'impresa.
Nel 1977, con la sola compagnia di quattro cammelli e del
suo cane Diggity, da Alice Springs camminerà in solitudine per quasi tremila
chilometri, fino a raggiungere l'Oceano Indiano.
Il motivo che spinge la giovane a intraprendere
quest'avventura rimane vago per l'intera durata del film. Sotto il sole cocente
australiano, tra l'immensità e maestosità del deserto, si scorgono come un
miraggio sprazzi del passato della «donna dei cammelli»: la madre suicida e il
padre amante della solitudine.
Il film è tratto dalla vera storia di Robyn Davidson e presentato alla settantesima edizione della mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Le immagini della rivista National Geographic che ritraggono
il viaggio di Robyn Davidson nel 1977.
Regia: John Curran
Sceneggiatura: Marion Nelson
Produttore: Iain Canning, Emile Sherman
Paese di produzione: Australia
Anno di uscita in Italia: 2014
Interpreti
Mia Wasikowska: Robyn Davidson
Adam Driver: Rick Smolan
Emma Booth: Marg
Jessica Tovery: Jenny
Melanie Zanetti: Annie
Rainer Bock: Kurt Posel
Robert Coleby: Pop
John Flaus: Sallay
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