di Anna Maria Colonna
terrenomadi@gmail.com
L'artista marchigiano Paolo Consorti porta le sue opere ad Altamura (Ba). Free tomorrow, il video presepe da lui realizzato - presentato in anteprima mondiale nel
2009 ad Assisi e nel 2010 ad Ascoli Piceno - sarà proiettato alle 20 sulla parete laterale della Cattedrale a partire da domani e fino al 27 dicembre.
Nel 2011 l'affresco digitale è stato ospitato a Betlemme, tra gli
oltre duecento presepi dal Museo internazionale della Natività. Dall'Umbria alle Marche, passando per Roma, Melbourne, Berlino, Amsterdam, Milano, Minneapolis, Amburgo, New York, Marshall e Tokyo, Consorti ha accompagnato l'Arte in giro per il mondo. In occasione del suo viaggio in Puglia, Terre Nomadi lo ha intervistato.
Considera sinonimi Arte e vita?
Purtroppo sì! L’Arte mi ha regalato grandi emozioni,
facendomi viaggiare con la mente anche quando ho vissuto lunghi periodi di
staticità. Il problema però è che quando vuoi fermarti non riesci a farlo, quasi fossi costretto a correre, magari ignudo e punto dalle vespe come nel girone
degli ignavi del terzo canto dell’Inferno dantesco… povero me!
La sua arte parla diversi linguaggi, pittorico, filmico, «elettronico». Come mai la scelta di
questa commistione?
La commistione dei diversi linguaggi è figlia della stessa
dannazione di cui abbiamo appena parlato. L’incapacità di fermarsi non è
soltanto concettuale, ma anche tecnica, formale e linguistica. In un certo
senso, invidio gli artisti che per un’intera vita si ripetono senza mai
cambiare. Sicuramente sono più sereni sia di mente, non avendo mai dubbi e
ripensamenti, che di tasca, rassicurando i loro galleristi, produttori e collezionisti
sulla stabilità del «prodotto».
L’Arte anticipa la modernità, e lo fa senza malizia e
saggezza, ma con l’ingenuità di un bambino. Quando non è influenzata da
dinamiche e problematiche culturali, economiche e/o politiche, può raggiungere
alte vette, ma, ahinoi, è uno stato di grazia sempre più raro.
Il lavoro e l'opera a cui lei è maggiormente legato?
Il mio fare Arte ha avuto diversi «tempi»,
comunemente e volgarmente chiamati progetti, con opere che di sicuro hanno
segnato una mia storia, a volte più, a volte meno forte, ma ugualmente indelebile!
Senza dubbio nei momenti più difficili l’opera è più debole. Tuttavia proprio
in quei momenti si verificano le svolte necessarie alla ricerca di un
superamento. Del resto si raccoglie dove non si semina, no? Difficile quindi
rispondere sinteticamente a questa domanda o banalizzandola con una lista di
opere più riuscite delle altre. Visto che ci stiamo, «Free tomorrow»
è un’opera importante nella mia carriera perché racchiude il concetto di svolta
della quale parlavo. Una sorta di video pensato come un olio su tela al quale
ho imposto di muoversi e parlare.
Linguaggio artistico e fede. Come potrebbe definire questo
connubio?
Mi viene in mente una mia frase spontanea in occasione del
film «Figli di Maam», che ho interamente
girato al Museo Maam di Roma. In questa circostanza, vedendo alcune immagini
del film nelle quali il maestro Michelangelo Pistoletto «risvegliava»
il mio santo performer dalla convinzione di essere il Battista tornato in
Terra, ho detto: Quando Arte e Religione litigano, non credetegli! Ma stiamo
parlano di Arte e Religione, non di fede. La fede muove le montagne, è felicità
allo stato puro, sensazioni vissute in brevissimi attimi della propria vita.
Bisognerebbe, quindi, porre questa domanda a chi la possiede realmente. Per
quel che mi riguarda, mi associo umilmente al pensiero pasoliniano di seguire
Cristo in senso più estetico che religioso.
Nel 2009 ha presentato ad Assisi il video presepe che viene ospitato
questi giorni ad Altamura. Una novità che vuole differenziarsi in che cosa dai presepi
tradizionali?
In realtà, la prima versione assisiate riguardava soltanto l’ultima parte del video, cioè l’arrivo della cometa. Poi ho pensato di crearle un percorso che illuminasse terre e popoli, lasciando la speranza di un domani libero da violenze e oppressioni, «Free tomorrow». Come detto prima, l’ho pensato come fosse una tela da dipingere. Quando dipingi, non pensi a differenziarti, ma soltanto a fare Arte, svuotandoti di tutto, nella maniera più pura possibile.
C'è un messaggio dietro le opere che portano la sua firma?
In realtà, la prima versione assisiate riguardava soltanto l’ultima parte del video, cioè l’arrivo della cometa. Poi ho pensato di crearle un percorso che illuminasse terre e popoli, lasciando la speranza di un domani libero da violenze e oppressioni, «Free tomorrow». Come detto prima, l’ho pensato come fosse una tela da dipingere. Quando dipingi, non pensi a differenziarti, ma soltanto a fare Arte, svuotandoti di tutto, nella maniera più pura possibile.
C'è un messaggio dietro le opere che portano la sua firma?
I messaggi li lascio ai saggi. Direi che c’è una passione,
un’ansia e, perché no, un divertimento e un tentativo di condivisione.
L'Arte può essere definitiva anche viaggio?
Certo, come ho detto prima, un viaggio senza soste!
L'Arte l'ha portata a viaggiare. Ha notato un differente
approccio nei confronti dell'Arte nei luoghi che ha visitato?
Sicuramente sì! Tutto questo determina un arricchimento
indescrivibile. C’è molto, troppo da imparare da quelli che sono diversi da te.
Non basta una sola vita!
La proiezione del video presepe ad Altamura - e per la prima volta in Puglia - è stata organizzata dall'associazione culturale «ArsVivens» e rientra nell’iniziativa
«Laboratori dal Basso», promossa dalla Regione.
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