Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l'uomo deve poter viaggiare (Tarkovskij).
Il cielo sbadiglia tra gocciole, nuvole e profumo di caffè. Una pioggia leggera, quasi impercettibile, solletica l'aria e resta sospesa sul porto, in attesa che qualcuno spalanchi le finestre. Intorno tutto è silenzio. Anche il sole tace, nascosto chissà dove. I pescatori scendono dalle barche carichi di pesce fresco da vendere ai bordi delle strade, mentre la notte cede il posto al giorno che avanza. Trani si sveglia davanti al mare ogni mattina e la sera chiude gli occhi sui riflessi di luce che colorano l'acqua.
L'orologio della torre medievale segna le otto di un giorno di festa, l'ora migliore per curiosare fra piazze e vicoli prima che siano invasi da altre scarpe. Eppure, inspiegabilmente, la tentazione è quella di camminare a piedi nudi. Il verde della villa comunale fa da ingresso al lungomare. In un'aiula, dei sassi segnano la data. Qualcuno cambia quotidianamente la loro disposizione.
All'orizzonte, il mare. In lontananza, imponente sul largo piazzale, la cattedrale romanica dedicata a San Nicola Pellegrino. La pietra locale con cui è stata costruita sfuma le nuvole di bianco e di rosa. A due passi, le onde sbattono contro scogli e pareti per far sentire la loro presenza. Qualche goccia bagna l'obiettivo della macchina fotografica. Mi chiedo se sia mare o cielo. Cammino, lasciandomi andare al tempo di una giornata senza tempo. All'improvviso, un gradino fa da balcone al porto, chiazzato di bianco.
Quello di Trani era uno dei più importanti porti della Puglia già nel Medioevo, ponte tra Oriente e Occidente e tra i principali punti d'imbarco dei crociati. La città fece gola ai longobardi, ai bizantini e ai normanni di Roberto il Guiscardo, che se ne impossessò nel 1073. Fu alla fine dell'anno Mille che vennero avviati i lavori di costruzione della cattedrale dedicata a san Nicola pellegrino, morto a Trani durante un viaggio verso Roma.
Nella prima metà del XIII secolo, Federico II di Svevia munì il luogo del noto castello - riaperto al pubblico nel 1998 dopo i lavori di restauro avviati nel 1979 - e della nuova cinta muraria, che si aggiungeva alle vecchie mura longobarde. Inoltre concesse la libertà di culto alla prospera comunità di ebrei che si era stabilita in città, nel quartiere della Giudecca. Alla morte del sovrano svevo, il figlio Manfredi ne seguì i passi puntando sulla crescita economica del posto. Nel 1259 oganizzò a Trani le nozze con la diciassettenne Elena Ducas, principessa d'Epiro. Il suo esempio fu seguito da Carlo I d'Angiò, che nel 1266 sposò qui Margherita di Provenza.
Trani oggi è un Comune membro dell'organizzazione internazionale Cittaslow, la rete del
«buon vivere», fondata in Italia in favore di un rallentamento dei frenetici ritmi moderni. Definita «perla dell'Adriatico» per le meraviglie che offre al volto incantato dei turisti, racconta la sua vocazione marinara attraverso il lavoro quotidiano dei pescatori.
Il profumo di pesce e di dolci dei ristoranti sdraiati sul lungomare stuzzica l'appetito e invita a sedersi. Ripercorro i vicoli del centro storico attraverso gli scatti fotografici. Attendo, curiosa di assaggiare un piatto di orecchiette ai frutti di mare con pesto di mandorle.
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