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Fiorenzuola d'Arda, comune italiano di quindicimila abitanti della provincia di Piacenza, ogni anno fa da calamita ai turisti vicini e lontani con la Zobia, il tradizionale Carnevale organizzato da associazioni e cittadini. Si tratta di un momento di forte aggregazione per gli zobiari, pronti a mascherarsi e ad assumere nuove identità.

Le origini scavano nel tempo, quando i fantocci trasportati da un finto e buffo corteo funebre venivano bruciati per allontanare mali e malocchi. Anticamente il capro espiatorio era un condannato a morte, spesso ebreo, accusato di discendere da coloro che avevano ucciso Gesù.

Esistono ancora indizi che proverebbero il collegamento della Zobia di Fiorenzuola con la figura dell'ebreo canzonato. Regola primaria dei festeggiamenti è quella di mascherarsi con materiale povero, come abiti vecchi, cenci, accessori usati. Un riferimento velato alla strazzeria, o commercio e compravendita degli stracci, di cui si occupavano gli ebrei della comunità locale. Sembra che il ceto povero del paese non vedesse di buon occhio questi ricchi mercanti, che, nel Settecento, controllavano l'industria tessile della zona. Fu proprio in quel periodo che venne vietata ogni manifestazione ingiuriosa contro gli ebrei, forse per evitare azioni violente.

Per informazioni sul Carnevale della Zobia di Fiorenzuola, cliccare qui oppure qui.
Terre Nomadi ringrazia Marco Cavallini, autore delle fotografie.
Colonna sonora: Camille Saint-Saëns, Le carnaval des animaux
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