domenica 23 giugno 2013

Abruzzo, alla ricerca dei trabocchi sospesi sull’Adriatico

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it

Poggio dei pettirossi © Anna Maria Colonna
Abruzzo azzurro mare. L’aria è ancora fresca, ma la luce inzuppata di sole preannuncia una giornata rovente. Qualche chiazza di neve superstite sulle montagne oppone resistenza all’estate che avanza. I passi sono lenti, silenziosi, come il paesaggio che fa da tappeto a Vasto (Ch). I colori abbagliano lo sguardo con la prepotenza innocua di un manto fiorato. Abbasso il finestrino per sentire i profumi del vento. Tra poco, la libertà dell’orizzonte color del cielo. Partiamo da Pettorano sul Gizio (Aq), dove Stephanie ha un bellissimo residence, «Il poggio dei pettirossi». Si è offerta di mostrarmi la costa dei trabocchi, da Francavilla al Mare a San Salvo. L’ospitalità abruzzese non si smentisce mai. Salutiamo le rose rosse del giardino e la lavanda che abbraccia il prato. In pochi minuti siamo in macchina, mentre lo stereo comincia a cantare.

Direzione Vasto (Ch) © Anna Maria Colonna
È domenica mattina. Strada ancora libera. Libero la mente dai pensieri di una settimana senza tregua. Ci vogliono quasi due ore per arrivare a destinazione, ma comincio già a scattare qualche fotografia al verde dell’estate ancora bambina. Tra una parola e l’altra, il tempo vola. La forma strana di qualche nuvoletta bianca si fa notare. Gareggia con le vette per prenderne il posto.

Vasto (Ch) © Anna Maria Colonna
Vasto è assaltata dai bagnanti. Troviamo facilmente un parcheggio allontanandoci di qualche metro dalla spiaggia. Il lungomare è un mosaico di bancarelle che vendono di tutto: dai vestiti alla bigiotteria, dai salumi e formaggi abruzzesi ai taralli e pomodori secchi pugliesi. Un venditore ambulante ci offre un pezzettino di pane con olio e prosciutto crudo «della casa». Aggiunge un’oliva, un tarallino e un gheriglio di noce. È di Noicattaro (Ba). Ci invita a visitare la sua regione, che è anche la mia. Sorrido, con un po’ di nostalgia nel cuore. Il mare è una tavola di cristallo. Il sole si specchia nell’acqua, ma deve chiudere gli occhi per troppa luce. La sabbia lascia il posto ai ciottoli, mentre le onde raccontano la storia di Diomede, approdato su queste coste dopo l’assedio di Troia. L’antica Histonium romana incanta per l’atmosfera allegra che si respira. Una città in movimento, nel movimento dei turisti che la osservano con attenzione, vivendola istante dopo istante.

Casalbordino, trabocco © Anna Maria Colonna
Bagno, sole e kebab bastano per rimetterci in macchina alla ricerca dei trabocchi, detti anche trabucchi o travocchi. Sbirciamo tra la vegetazione, mentre la strada passa attraverso Casalbordino (Ch). La sabbia, man mano che si va verso Rocca San Giovanni e San Vito Chietino, lascia il posto alle pietre e ad una costa più frastagliata. Selvaggia. Piccoli sentieri portano in baie nascoste dal verde degli alberi. Ecco il primo trabocco. Fermiamo l’auto e ci affacciamo sul balcone dell’Adriatico. Immenso. Antiche strutture di pesca sospese su palafitte, conservano le antenne di legno che un tempo sostenevano le reti. Pezzi da museo all’aperto. Ricordo di averne visti di simili sulle coste del Gargano. Dicono che siano stati i fenici a portarli qui. 

Fossacesia © Anna Maria Colonna
Proseguiamo verso Fossacesia (Ch). Ancora trabocchi. Ma non possiamo fare a meno di toccare l’acqua. Si riesce a vedere il fondale. Nella pace del tardo pomeriggio, le onde sfiorano a malapena il litorale. Tocco leggero di natura.








Fossacesia © Anna Maria Colonna
Le ombre cominciano a giocare a nascondino con gli ultimi raggi di luce, mentre il giorno si addormenta nell’abbraccio del tramonto. Tra un po’ i trabocchi saranno illuminati dai lampioncini dell’uomo. Torniamo a Pettorano, lasciandoci alle spalle il sapore dell’olio agrumato di Fossacesia. 

Fossacesia © Anna Maria Colonna




Nella calma della sera, rifletto sui trabocchi medievali, che erano, invece, macchine d’assedio e di guerra. Intreccio i ricordi della giornata, ritrovando i pensieri lasciati nel cassetto della mattina. Da domani si ricomincia, ma con qualcosa di bello da raccontare.










Colonna sonora: Niccolò Fabi, Lontano da me


Grazie ad Alessandro di Nisio per aver segnalato il reportage nella community di Paesaggi d'Abruzzo.










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