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Poggio dei pettirossi © Anna Maria Colonna |
Direzione Vasto (Ch) © Anna Maria Colonna |
È domenica mattina. Strada ancora libera. Libero la mente
dai pensieri di una settimana senza tregua. Ci vogliono quasi due ore per
arrivare a destinazione, ma comincio già a scattare qualche fotografia al verde
dell’estate ancora bambina. Tra una parola e l’altra, il tempo vola. La forma
strana di qualche nuvoletta bianca si fa notare. Gareggia con le vette per
prenderne il posto.
Vasto (Ch) © Anna Maria Colonna |
Vasto è assaltata dai bagnanti. Troviamo facilmente un
parcheggio allontanandoci di qualche metro dalla spiaggia. Il lungomare è un
mosaico di bancarelle che vendono di tutto: dai vestiti alla bigiotteria, dai
salumi e formaggi abruzzesi ai taralli e pomodori secchi pugliesi. Un venditore
ambulante ci offre un pezzettino di pane con olio e prosciutto crudo «della
casa». Aggiunge un’oliva, un tarallino e un gheriglio di noce. È di Noicattaro
(Ba). Ci invita a visitare la sua regione, che è anche la mia. Sorrido, con un
po’ di nostalgia nel cuore. Il mare è una tavola di cristallo. Il sole si specchia
nell’acqua, ma deve chiudere gli occhi per troppa luce. La sabbia lascia il
posto ai ciottoli, mentre le onde raccontano la storia di Diomede, approdato su
queste coste dopo l’assedio di Troia. L’antica Histonium romana incanta per
l’atmosfera allegra che si respira. Una città in movimento, nel movimento dei
turisti che la osservano con attenzione, vivendola istante dopo istante.
Casalbordino, trabocco © Anna Maria Colonna |
Bagno, sole e kebab bastano per rimetterci in macchina alla
ricerca dei trabocchi, detti anche trabucchi o travocchi. Sbirciamo tra la
vegetazione, mentre la strada passa attraverso Casalbordino (Ch). La sabbia, man
mano che si va verso Rocca San Giovanni e San Vito Chietino, lascia il posto
alle pietre e ad una costa più frastagliata. Selvaggia. Piccoli sentieri
portano in baie nascoste dal verde degli alberi. Ecco il primo trabocco. Fermiamo l’auto e ci affacciamo sul balcone dell’Adriatico. Immenso. Antiche strutture di pesca sospese su
palafitte, conservano le antenne di legno che un tempo sostenevano le reti.
Pezzi da museo all’aperto. Ricordo di averne visti di simili sulle coste del
Gargano. Dicono che siano stati i fenici a portarli qui.
Fossacesia © Anna Maria Colonna |
Proseguiamo verso
Fossacesia (Ch). Ancora trabocchi. Ma non possiamo fare a meno di toccare l’acqua.
Si riesce a vedere il fondale. Nella pace del tardo pomeriggio, le onde
sfiorano a malapena il litorale. Tocco leggero di natura.
Fossacesia © Anna Maria Colonna |
Le ombre cominciano a giocare a nascondino con gli ultimi
raggi di luce, mentre il giorno si addormenta nell’abbraccio del tramonto. Tra
un po’ i trabocchi saranno illuminati dai lampioncini dell’uomo. Torniamo a
Pettorano, lasciandoci alle spalle il sapore dell’olio agrumato di Fossacesia.
Fossacesia © Anna Maria Colonna |
Nella calma della sera, rifletto sui trabocchi medievali, che erano, invece, macchine d’assedio e di guerra. Intreccio i ricordi della giornata, ritrovando i pensieri lasciati nel cassetto della mattina. Da domani si ricomincia, ma con qualcosa di bello da raccontare.
Colonna sonora: Niccolò Fabi, Lontano da me
Grazie ad Alessandro di Nisio per aver segnalato il reportage nella community di Paesaggi d'Abruzzo.
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