domenica 2 giugno 2013

Abruzzo, la danza dell'acqua nella valle dell'Orfento

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it

Caramanico, fontane © Anna Maria Colonna
Il vento devia i sentieri d’acqua delle fontane imbevute di luce. Paese vestito di sole, con gli occhi ancora assonnati del primo pomeriggio. Sbuffa tra le foglie per rompere il silenzio della primavera, sospesa tra smeraldi e gemme fiorite. Caramanico Terme (Pe), poco più di duemila abitanti, ingresso alla valle incantata dell’Orfento. Casa della lontra. Il fiume solletica la Majella con le sue cascatelle. Mille rivoli di cristallo si disperdono fra bancate rocciose e forre inaccessibili, scavate dalla danza perenne delle gocce.


Capanna a tholos © Anna Maria Colonna
Si sale, fino a raggiungere i quasi tremila metri del Monte Focalone. Paesaggio dall’aspetto lunare in alta quota, puntellato di papaveri e di stelle profumate. Sulla intricata rete dei sentieri, tra i pascoli delle zone più basse, dormono le capanne a tholos, arrivate in Abruzzo dalla Puglia attraverso le vie della transumanza.

Valle dell'Orfento © Anna Maria Colonna
Frazione di Santa Croce, a pochi passi dal sentiero delle Scalelle. Si entra nell’anima della natura, che respira piano, per non disturbare lo stupore. Il ponte di San Cataldo indica che il percorso prosegue a sinistra. Il canto dell’acqua fa da bussola, sotto l’ombrello di rocce e di piante. Il fiume gioca a nascondino con la vegetazione, lanciandosi nel vuoto e finendo in pozze di vetro liquido.

Brividi di freddo e di meraviglia. Un ponticello in legno è il passaggio obbligato verso la parte opposta dell’Orfento. Guardo in alto. Non c’è il cielo, ma la nuda roccia che sembra abbracciare il cuore della terra. Si percepisce il battito nella pazienza millenaria dell’acqua, intenta ad accarezzare infinite spigolosità. Sulle pareti, pendono pochi alberi dai rami contorti. Sembrano aggrapparsi alle pietre per non cadere nel fiume, che scorre gelido. Lento.

Valle dell'Orfento © Anna Maria Colonna
Improvvisamente il sole squarcia il verde intenso delle piante per illuminare lo spiazzo del macigno. Un enorme masso sbarra il cammino dell’acqua con prepotenza, quasi a volerle rubare il segreto del suo passo perpetuo. L’acqua resiste. Sbatte contro la roccia e continua a scorrere. Le scarpe affondano nel terreno bagnato dalla pioggia del giorno prima, lasciando tracce di vita.

Il ponte di Caramanico riporta sull’asfalto, dopo venti minuti di salita. I balestrucci salutano il ritorno alla luce, disegnando nell’aria ghirlande di invisibili colori. Tutto sembra sospeso nella bellezza dell’Abruzzo intiepidito dalla primavera. Nel sorriso acceso dell’inaspettata sorpresa. Quella di un viaggio che non dimentica.

Grazie ad Alessandro di Nisio per aver segnalato il reportage nella community di Paesaggi d'Abruzzo

Grazie ad Enzo Carmine Delli Quadri. Il reportage è anche sul sito www.almosava.it.

Colonna sonora: Enya, Fairytale



Valle dell’Orfento © Anna Maria Colonna

Valle dell’Orfento © Anna Maria Colonna

Valle dell’Orfento, panorama © Anna Maria Colonna

Valle dell’Orfento, panorama © Anna Maria Colonna

Valle dell’Orfento © Anna Maria Colonna

Valle dell’Orfento © Anna Maria Colonna


Valle dell’Orfento © Anna Maria Colonna

Valle dell’Orfento © Anna Maria Colonna

Valle dell’Orfento © Anna Maria Colonna

Valle dell’Orfento © Anna Maria Colonna

Valle dell’Orfento © Anna Maria Colonna

Ponte di Caramanico © Anna Maria Colonna
















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