Stiffe, paesaggio |
È sera. Il momento ideale
per ripercorrere il giorno prima che la notte prenda il sopravvento
impossessandosi del cielo. L’Aquila vista all’imbrunire dal cinquecentesco Forte
spagnolo lascia con il fiato sospeso. Il silenzio, quassù, a quest’ora, è
interrotto solamente dalla voce della Natura e da qualche rumore lontano. La
città si adagia, stanca, su un letto di terra e di sogni. La luce del sole cede
il posto a quella dei lumicini, che giocano con le ombre delle strade e con i
fari delle macchine. L’aria fresca accarezza l’immensità dei monti, che si
stringono in un insolito abbraccio. Il paesaggio sembra puntellato da una
miriade di stelle.
Prendo carta e penna. Non
posso non scrivere. I pensieri scorrono come un fiume in piena, cercano una via
di fuga per liberarsi. La giornata è stata troppo intensa per passare
inosservata. Ci avevo provato lo scorso anno, ma le grotte di Stiffe (Aq) erano
ancora chiuse al pubblico per i danni provocati dal terremoto del 2009. Poi un
messaggio improvviso per annunciarmi la possibilità di visitarle. Senza
pensarci due volte, ho approfittato di un caldo sabato di luglio per scendere
nel cuore della terra. Troppe emozioni non si possono contenere, chiedono di
essere raccontate. Mi ritrovo a scrivere di un’opera d’arte della Natura,
mentre l’acqua continua a scorrere e a scavare.
Stiffe, cascate sotterranee |
L’acqua. Protagonista
indiscussa di queste grotte. Silenziosa, violenta, limpida, impetuosa. È lì e
da secoli si lascia guidare nei suoi guizzi e nei suoi salti. Il lungo lavorio
di un fiume sotterraneo ancora vivo ha prodotto nella cavità carsica - e ancora
produce - capolavori di rara bellezza. Lo stesso fiume che a Stiffe torna a
«riveder le stelle». Da L’Aquila a San Demetrio Ne’ Vestini, Comune che ospita
le cavità, il tragitto conta una manciata di chilometri. Il paesaggio è
incantevole e incantato. Una ripida parete rocciosa sovrasta l’ingresso alle
grotte, mentre intorno, sullo sfondo, prevalgono le montagne. Prima di entrare,
indosso la felpa. La temperatura cala improvvisamente all’interno. A piccoli
passi, mi dirigo verso la luce fioca di un ulteriore tesoro d’Abruzzo. E subito
si percepisce la presenza dell’acqua. In alcuni tratti cade goccia dopo goccia,
formando stalattiti e stalagmiti. In altri scorre furiosa.
Stiffe, il fiume |
Il fiume accompagna
l’intero percorso per poi gettarsi a capofitto nel vuoto in una delle cavità
più ampie. Due cascate sotterranee mi fanno credere di essere fuori dal mondo,
in un altrove immaginario. È questione di attimi. La guida spiega che nella
stagione invernale la portata d’acqua è maggiore e lo spettacolo irripetibile.
Nel 1906 questo stesso
fiume alimentò una delle prime centrali idroelettriche dell’Italia centrale,
costruita nel paesino di Stiffe e smantellata durante la seconda guerra
mondiale. E le grotte, ogni anno, a Natale, sono solite ospitare un inusuale
presepe vivente. Annesso al complesso turistico, c’è il museo di speleologia
«V. Rivera», ancora chiuso al pubblico per i danni causati dal sisma del 2009.
La riapertura è prevista per le prossime festività pasquali.
Rialzo gli occhi dal
foglio. È già trascorsa un’ora e ormai il buio ha preso il posto del giorno. Il
tempo fugge, così come i miei pensieri. Rivedo ancora le grotte di Stiffe. E il
paesaggio aquilano. Non mi stancherò mai di amare questi posti.
Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it
Lo stesso reportage si può leggere anche su L'Aquila blog (http://www.laquilablog.it/abruzzo-a-stiffe-il-passaggio-verso-il-cuore-della-terra/10760-0908/) e sul blog di Radio L'Aquila 1 (http://blog.rl1.it/?p=28693).
Lo stesso reportage si può leggere anche su L'Aquila blog (http://www.laquilablog.it/abruzzo-a-stiffe-il-passaggio-verso-il-cuore-della-terra/10760-0908/) e sul blog di Radio L'Aquila 1 (http://blog.rl1.it/?p=28693).
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Grotte di Stiffe
Grotte di Stiffe, nel cuore della terra
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