di Luca Ferrari
fondatore del web magazine The Way of the Miles
ferrariluca@hotmail.it
Candele Madonna della Salute © Luca Ferrari |
A
Venezia, il 21 novembre d’ogni anno, è festa per tutti. Abitanti e turisti passano in processione davanti alla basilica di Santa Maria della Salute. Ringraziano la Vergine di aver liberato la Serenissima dalla piaga
della peste.
In
appena un anno e mezzo, fra il 1630 e il 1631, la pandemia aveva decimato la
popolazione veneziana, mietendo oltre 46mila vittime (saranno quasi il doppio, alla
fine), più di un quarto dell’intera cittadinanza.
Madonna della Salute, ponte votivo © Luca Ferrari |
Fu così che, il 22 ottobre 1630, il doge Nicoletto Contarini pronunciò, nella basilica di San Marco, il voto solenne del Senato della Serenissima per costruire una nuova, grande chiesa e per chiedere alla Madonna la cessazione della pestilenza.
Nello stesso giorno, il patriarca Giovanni Tiepolo pronunciò queste celebri
parole: Voto solenne di erigere in questa Città e dedicar una Chiesa alla
Vergine Santissima, intitolandola SANTA MARIA DELLA SALUTE, et ch'ogni anno nel
giorno che questa Città sarà pubblicata libera dal presente male, Sua Serenità
et li Successori Suoi anderanno solennemente col Senato a visitar la medesima
Chiesa a perpetua memoria della Pubblica gratitudine di tanto beneficio.
Madonna della Salute, ponte © Luca Ferrari |
A
risultare vincitore dal concorso indetto per realizzare l’edificio religioso
fu il poco più che trentenne veneziano Baldassarre Longhena. D’umile famiglia, il
giovane si era formato nella bottega del celebre architetto vicentino Bernardo
Scamozzi.
Il
progetto prevedeva lo stile Barocco di una chiesa in forma di corona per
esser dedicata a La Vergine. Si narra che siano stati impiegati oltre trecentomila
pali di rovere per il consolidamento della fondazione.
Madonna della Salute, chiesa © Luca Ferrari |
Posizionata
nei pressi della Punta della Dogana e all’ingresso del Canal Grande, la chiesa della
Salute appare maestosa tanto all’esterno quanto all’interno, arricchita
ulteriormente da opere scultoree e pittoriche. Spiccano i dipinti di Tiziano e
di Tintoretto.
Il
28 novembre 1631 si svolse il primo pellegrinaggio di ringraziamento. Il 9
novembre del 1687, invece, il patriarca Alvise Sagredo benedisse la chiesa. Il
28 novembre del medesimo anno fu decretato giorno ufficiale della liberazione
dal morbo, ma la data della festa venne poi spostata definitivamente al 21.
Venezia, ponte votivo © Luca Ferrari |
Dal
passato al presente. Sono da poco trascorse le sette del mattino e mi trovo a
Venezia. Giunto a ridosso del ponte dell’Accademia, prendo un battello passando
sotto il ponte votivo, collocato ogni 21 novembre, per l’occasione, tra le due
sponde del Canal Grande, all’altezza della Basilica.
Già
a metà mattinata la fiumana di fedeli è inarrestabile, tant’è che c’è bisogno
delle Forze dell’ordine per dirigere il traffico umano. Nell’ampio campo a
ridosso della Basilica si comprano le candele da accendere in chiesa, così da affidare
alla Signora dei Cieli le proprie preghiere. Non manca il lato commerciale, con
stand di frittelle, dolciumi di tutti i tipi e palloncini.
Venezia dal ponte votivo © Luca Ferrari
Colonna sonora: Led Zeppelin, Stairway to heaven
|
Mi congedo. Prendo Calle Lanza, proseguendo per Calle del Traghetto di San Gregorio. Sono sul ponte votivo. Mi godo una panoramica disponibile solamente per pochi giorni l'anno. Lascio andare ogni coda d’0cchio alla chiesa della Salute e alla sua leggenda. Un piccolo inchino e arrivederci al prossimo anno.
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