di Miriam Pallotta
miriam_pallotta@libero.it
There is a pleasure in the pathless woods. There is a
rapture on the lonely shore. There is society, where none intrudes. By the deep
sea, and music in its roar: I love not man the less, but Nature more.
Lord Byron
C'è una gioia nei boschi inesplorati. C'è un'estasi sulla
spiaggia solitaria. C'è vita dove nessuno arriva, vicino al mare profondo, e
c'è musica nel suo boato. Io non amo l'uomo di meno, ma la Natura di più.
Con questa citazione di Lord Byron si apre il film Into the Wild - Nelle terre selvagge. Uscito nelle sale nel 2007, è l’adattamento cinematografico del romanzo di Jon Krakauer Nelle terre estreme, in cui viene raccontata la vera storia di Christopher McCandless, un giovane che, nell’aprile del 1992, arrivò nelle terre desolate dell’Alaska con poco cibo e scarse attrezzature. Il suoi resti furono ritrovati da due cacciatori. Pesava trenta chilogrammi.
Le opinioni sulla sua morte sono diverse. Secondo
alcuni morì di fame, secondo altri per avere ingerito una pianta velenosa.
Accanto al corpo fu trovato un diario grazie al quale Krakauer, insieme alle
testimonianze di coloro che lo avevano conosciuto, riuscì a ricostruirne la storia.
Il regista Sean Penn ha dovuto aspettare 10 anni per
poter girare il film poiché la famiglia di Christopher era restia a portare sul
grande schermo la storia del figlio.
Un fugace sguardo allo schermo. Basta solamente
questo per farsi rapire e trascinare, come da un fiume in piena, in uno dei più
emozionanti viaggi nella natura mai visti al cinema. Si parla della storia di Christopher McCandless, ragazzo
appartenente a una famiglia benestante. Dopo essersi laureato con il massimo
dei voti all’Università di Emory, il giovane dona tutti i risparmi all’Oxfam e
decide di stravolgere completamente la sua vita abbandonando tutto ciò che lo
lega alla società e, in particolar modo, ai genitori.
Cambia la sua identità e
si ribattezza Alexander Supertramp (Supervagabondo). Taglia le carte di credito, i documenti, brucia i soldi che gli sono rimasti e abbandona persino l’amata automobile, compagna
di numerosi viaggi. Con uno zaino sulle spalle e i libri fedeli sottobraccio, inizia
la sua avventura, che lo porterà a girovagare per due anni nella bellezza della
natura incontaminata dell’America.
Dalle immense distese dei campi di grano del South
Dakota, dove si improvvisa contadino, prosegue il viaggio attraversando in
canoa il fiume Colorado fino al New Mexico, ai deserti dell’Arizona e del
Nevada, alle spiagge della California, per poi giungere alla meta più ambita:
la desolata, ghiacciata, inviolata e selvaggia Alaska.
Durante il viaggio, egli incontra molti personaggi,
tutti diversi, che inevitabilmente si affezionano al giovane. Tra questi, una
coppia hippie, l’anziano Ron che vuole adottarlo, la giovane Tracy che se ne
innamora e molti altri che aleggiano sullo sfondo, ritraendo l’anima del popolo
americano nelle sue mille sfaccettature. Arrivato in Alaska, Alex passa gli
ultimi quattro mesi della sua vita in completa solitudine, in un autobus abbandonato
da lui soprannominato «Magic Bus». Va incontro a un tragico destino e alla consapevolezza che la felicità è tale solo se
la si può condividere con qualcuno.
La felicità è reale solo se condivisa (Lev Tolstoj).
Il film si suddivide in cinque capitoli: la nascita, l'adolescenza, la maturità, la famiglia, la conquista della saggezza. Questo
viaggio non è altro che un cammino interiore e rappresenta una vera e propria
rinascita.
Sean Penn non narra gli avvenimenti in ordine cronologico, bensì si avvale del flashback. Il passato, il presente e il futuro di Alex si uniscono come pezzi di un puzzle che svela, pian piano, i motivi per cui ha deciso di intraprendere quest’avventura. La voce narrante della sorella di Christopher, Carine, racconta la sua vita prima della laurea e del viaggio, mentre la voce narrante dello stesso Chris avvicina ai suoi pensieri interiori attraverso citazioni letterarie e frasi che egli scrive sull'inseparabile quaderno. Il suo cammino è costantemente accompagnato dalla voce di Eddie Vedder, le cui canzoni, scritte appositamente per il film, interagiscono perfettamente con la storia, i pensieri e le emozioni del protagonista.
Grazie a un’intensa fotografia, il regista riesce a
esaltare la straordinaria bellezza dei paesaggi americani, che diventano parte
integrante della storia: i grandi laghi, le bellissime spiagge, gli infiniti
cieli azzurri e le vette delle montagne dell’Alaska dipinte di un candido
bianco. Forte è il contrasto tra la natura inviolata e le grandi e caotiche
città, dove regnano l’uomo e la società.
Penn, particolarmente affezionato a questa storia,
cerca di raccontarla nel modo più realistico possibile. Lo stesso «Magic Bus» è
stato completamente ricostruito nei minimi dettagli. È impossibile non emozionarsi, ridere, piangere con
Alex interpretato da Emile Hirsch, che regala una delle sue migliori
performance. Accanto a lui, un cast di grandi attori, tra cui William Hurt,
Marcia Gay Harden, Hal Holbrook, Vince Vaughn, Catherine Keener e molti altri.
The Magic Bus è diventato meta di pellegrinaggio per
molti americani ossessionati dalla storia di Christopher. Per arrivarci, bisogna
attraversare due fiumi, il Teklanika e il Savage (il Selvaggio). Il Teklanika è
facilmente attraversabile nei periodi di siccità, ma, sotto la pioggia, improvvisamente
si trasforma in un mostro che trascina con sé qualsiasi cosa gli sia vicina.
Ogni anno sono tantissimi gli uomini che, dopo aver letto il libro di Krakauer
o visto il film, si avventurano alla ricerca dell’autobus. Volontari e vigili
del fuoco sono stanchi di ripescare uomini dispersi o semiannegati, tanto che si
sta valutando di rimuovere il Magic Bus, che si trova fra il parco del Denali e
il massicco del Monte McKinley, sullo Stampede Trail.
Into the wild, il trailer
Christopher McCandless (quello vero) nel famoso autoscatto con il suo Magic Bus |
Christopher McCandless (quello vero) si fotografa con la sua ultima frase: |
Nessun commento:
Posta un commento