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Cliccare sull'immagine per visualizzare il videoreportage di Terre Nomadi.
Altamura, prima metà del XIII secolo. C’era una volta l’Imperatore che ricostruì la città…
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Altamura, prima metà del XIII secolo. C’era una volta l’Imperatore che ricostruì la città…
Mentre la pioggia affianca tamburini e timpanisti con tocchi
decisi e sicuri, il cielo si veste di asfalto e mescola i tempi. La natura ha
deciso di offrire alla folla una scenografia ad effetto, inzuppando aria, terra
e bandiere all’insaputa di tutti. L’odore di paglia bagnata impregna i crocicchi
del borgo antico e le tende delle finestre, spalancate per l’arrivo del
sovrano. Le prime gocce cadono sui camper parcheggiati di fronte allo stadio «Tonino
D’Angelo» quando Federico II, incurante
della pioggia e in sella a un cavallo bianco, incontra lo sguardo dei cittadini.
Sudditi di altri tempi, con l’ombrello aperto, i jeans, le scarpe da ginnastica
e l’impermeabile. Passato e presente giocano a rincorrersi nel corteo e ai
bordi delle strade, ora indossando
tuniche con cappucci, ora impugnando la macchina fotografica. Ieri e oggi a
confronto.
Nobili, borghesi, poveri, cavalieri e saraceni seguono l’Imperatore
e Bianca Lancia, l’ultima delle sue quattro mogli, la sola ad averne
conquistato il cuore. La sola che egli amò veramente a dispetto della ragion di
Stato.
E amava anche la cultura, Federico II di Svevia, tanto che alla sua corte palermitana nacque la prima scuola poetica italiana, quella siciliana. Fondò a Napoli la prima università «statale», l’unica non soggetta al controllo ecclesiastico. Amava circondarsi di collaboratori che spiccavano per meriti e fedeltà. Cambiò tante volte regole e carte in tavola, ma non la posta in gioco. Voleva restaurare l’autorità imperiale. Compose per tutta la vita mosaici di culture. Aveva una corte laica, internazionale, multilingue e, soprattutto, itinerante. Foggia, Barletta, Trani, Bari, Lucera, Castel del Monte, Melfi, Lagopesole, Cosenza, Palermo, Enna, Catania, Siracusa. L’elenco sembra riprodurre l’eco dei suoi passi nel sud Italia.
Rivedo la corte federiciana nel coinvolgimento sorridente
della città, fatta di tasselli diversi e interprete delle proprie radici. E
nella preoccupazione dipinta sul volto dei figuranti alla prima goccia di
pioggia, colpevole di aver rinchiuso in casa diversi cittadini, scoraggiando qualche
visitatore. Acqua incapace di fermare l’Imperatore. E rivedo gli amministratori
del Regno di Sicilia nell’attenzione degli addetti all’ordine e al soccorso,
parte di un’identità che riconosce se stessa nel tempo.
Come tanti altamurani lontani da Altamura, anch’io ho deciso
di restare qualche giorno in più per vivere l’atmosfera di «Federicus».
Una manifestazione che, al di là di critiche e di apprezzamenti, non impone limiti di età, perché apre le porte a bambini, giovani, adulti, anziani. Le apre alle scuole con il corteo dei più piccoli, agli artigiani e agli artisti con le mostre, agli studiosi con i convegni, alla Storia con la Fiera di San Marco, ai commercianti con il turismo. Ed è bello notare la presenza di città limitrofe nel corteo, simbolica stretta di mano che fa bene al territorio. Ed è ancora più bello entrare in un bar e sentire accenti diversi, accanto a quello pugliese.
Una manifestazione che, al di là di critiche e di apprezzamenti, non impone limiti di età, perché apre le porte a bambini, giovani, adulti, anziani. Le apre alle scuole con il corteo dei più piccoli, agli artigiani e agli artisti con le mostre, agli studiosi con i convegni, alla Storia con la Fiera di San Marco, ai commercianti con il turismo. Ed è bello notare la presenza di città limitrofe nel corteo, simbolica stretta di mano che fa bene al territorio. Ed è ancora più bello entrare in un bar e sentire accenti diversi, accanto a quello pugliese.
Rifletto. E ripenso ad un libro del giornalista ligure Marco
Brando letto qualche anno fa, «Lo strano caso di Federico II di Svevia». I
pugliesi amano l’Imperatore normanno-svevo. Gli altri meridionali lo «stimano».
Il resto degli italiani lo considerano un nemico. Per i tedeschi non è che uno
sconosciuto. Perché? Federico II possedeva le due nature umane, quella buona e
quella malvagia. Come tutti. Ma non tutti sono diventati un mito, come lui. Ripenso
ai libri di storia, alla quotidianità di un passato che oggi è rievocazione. Per
e nella città. A dispetto della ragion di Stato. Di qualsiasi ragion di Stato.
Federicus, festa medioevale
Federicus, festa medioevale
Fede Laicità
Superstizione
Altamura (Ba)
25-26-27 aprile 2014
Evento organizzato da
Fortis Murgia in collaborazione con Gal Terre di Murgia
Direttore artistico, Antonello Arpaia
Scenografo, Franco Damiano
Con la partecipazione straordinaria della città e dei cittadini
Adolfo Bruco nel ruolo di Federico II di Svevia
Francesca Moramarco nel ruolo di Bianca Lancia
Le immagini possono essere riprese citando fonte e autore. Cliccare sulle fotografie per ingrandirle.
Direttore artistico, Antonello Arpaia
Scenografo, Franco Damiano
Con la partecipazione straordinaria della città e dei cittadini
Adolfo Bruco nel ruolo di Federico II di Svevia
Francesca Moramarco nel ruolo di Bianca Lancia
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